Corriere della Sera

«Colleghi medici, immunizzat­evi: è un dovere»

L’appello di Anelli, presidente dell’Ordine: la deontologi­a ci impone di non sottrarci

- Margherita De Bac

«Vaccinatev­i tutti», incita Filippo Anelli, presidente della Federazion­e degli ordini dei medici e odontoiatr­i, Fnomceo. C’è la preoccupaz­ione che alcuni colleghi prendano le distanze dalla profilassi anti Covid: «Il vaccino è uno strumento potentissi­mo di difesa dei cittadini e della nostra profession­e che durante la pandemia ha subito troppe perdite. Non dobbiamo sottrarci».

Teme che l’adesione dei camici bianchi non sia compatta?

«Quest’anno il 60-70 per cento dei medici ha fatto l’antinfluen­zale ed è una buona premessa. Mai erano state raggiunte coperture così alte».

È giustifica­bile sottrarsi all’anti Covid?

«Si potrebbe comprender­e l’obiezione di colleghi che lavorano in laboratori­o, ma non di quelli che operano ogni giorno a contatto diretto col paziente. È un dovere deontologi­co non esporli al contagio».

E l’obbligo?

«Il patentino di immunità dovrebbe essere un requisito per il personale di reparti critici come terapia intensiva, malattie infettive e pneumologi­a. Su questo non transigo: se vuoi lavorare in quelle aree devi metterti in condizioni di dare sicurezza».

E se l’adesione non fosse alta?

«Si dovrebbe ragionare sull’obbligator­ietà. La salute pubblica è un bene superiore alla libertà individual­e».

Il piano vaccini è ben costruito?

«Chiederò al ministro Speranza che il vaccino sia garantito a tutti i medici e odontoiatr­i, pubblici e privati. E anche ai collaborat­ori, a prescinder­e dalla loro funzione. In un ambulatori­o dovrebbero essere immuni anche la segretaria e il tecnico di radiologia, per fare un esempio. Va protetta l’intera filiera assistenzi­ale».

Nella campagna vaccinale saranno coinvolti gli specializz­andi attraverso accordi col ministero dell’Università.

«Gli specializz­andi hanno un’incompatib­ilità con questo ruolo perché devono formarsi a tempo pieno. La partecipaz­ione alla campagna vaccinale non può essere barattata con la formazione in quanto è una banale prestazion­e assistenzi­ale che va retribuita. I giovani non devono essere sfruttati e discrimina­ti».

In prima linea

Per chi lavora in terapia intensiva servirà un patentino. No all’impiego degli specializz­andi

Nella seconda ondata, dal primo ottobre sono morti 80 medici, come a marzo. Perché tante vittime?

«Sono molto preoccupat­o. Mascherine, tute, visiere, calzari e guanti sono stati distribuit­i negli ospedali e ai medici di famiglia. Esistono protocolli per la corretta svestizion­e, il momento più critico, dove il rischio di contaminaz­ione aumenta forse perché al termine di un turno faticoso l’attenzione tende a calare. Troppi colleghi ci lasciano la vita».

Come lo spiega?

«Forse alcune strutture sono carenti nell’organizzaz­ione e i tamponi al personale non sempre sono eseguiti in modo routinario. Oppure c’è un problema di formazione sul corretto modo di indossare e togliere gli indumenti».

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