Brexit, uno spiraglio dal colloquio tra Johnson e von der Leyen
Si va avanti a oltranza. Nell’ultimo giorno utile per concludere un accordo sul dopo-Brexit, Boris Johnson e Ursula von der Leyen hanno deciso di ignorare la deadline che loro stessi si erano dati e proseguire le trattative. Al termine di una telefonata fra i due leader — definita «utile» — si è concordato ieri che «è responsabile a questo punto andare fino all’ultimo miglio»: e dunque Boris e Ursula hanno dato mandato ai rispettivi negoziatori di continuare i colloqui, questa volta senza fissare una scadenza. La decisione di non far saltare il tavolo è non andare al no deal è stata presa dopo una mattinata che ha visto aprirsi qualche spiraglio. L’ultimo nodo da sciogliere resta quello dei meccanismi per imporre il rispetto di una concorrenza equa — il cosiddetto level playing field — e su questo punto si comincia a intravedere un compromesso. Se l’accordo sarà raggiunto nelle prossime ore — o giorni — si eviterà il consumarsi di un divorzio traumatico fra Gran Bretagna e Unione Europea che causerebbe gravi problemi economici e finirebbe per avvelenare negli anni a venire i rapporti politici.
L’accordo conviene a tutti: ma non ad ogni costo, come nei giorni scorsi hanno messo in chiaro sia i britannici che gli europei. Entrambi proveranno a salvaguardare fino all’ultimo i propri interessi e dunque non si può dare nulla per scontato: come ha ripetuto lo stesso Johnson nel pomeriggio, «temo che siamo ancora molto distanti su alcune questioni chiave». Ma ha poi aggiunto che «finché c’è vita, c’è speranza: continueremo a parlarci per vedere cosa possiamo fare. La Gran Bretagna non abbandonerà i colloqui».
Dunque la possibilità che si raggiunga un accordo resta, anche se negli ultimi giorni era sembrato imminente l’ annuncio di un no deal. Il tempo stringe, bisogna concludere tutto, anche le ratifiche, entro il 31 dicembre, quando scadrà inesorabilmente il periodo di transizione seguito alla Brexit formale dello scorso 31 gennaio.
Anche per questo i supermercati britannici hanno cominciato a fare scorte di emergenza di beni di prima necessità, nel timore di una corsa agli accaparramenti: accordo o non accordo, dal 1° gennaio torneranno le dogane e dunque si potrebbero incontrare difficoltà negli approvvigionamenti, soprattutto di prodotti freschi. Anno nuovo, vita grama.