Tornano i No Tav e anche gli scontri
Val di Susa, in centinaia contro il riavvio del cantiere. Lanci di pietre e petardi: due agenti feriti
«Ci davano per morti e invece siamo ancora qua a ricordare che la Val di Susa non si compra con le compensazioni». Lo storico leader No Tav Alberto Perino sfoggia la grinta dei tempi migliori, sfidando gli acciacchi dell’età, per rispondere a quello che considera «un fatto grave». All’alba di giovedì le ruspe sono tornate a muoversi nel cantiere dell’alta velocità a Chiomonte, in provincia di Torino. E dopo due anni gli operai sono rientrati nel sito scortati dalla polizia. Nessuno scavo, per ora, solo lavori di ampliamento. Ma il fatto che l’opera possa andare avanti in qualche modo proprio mentre è in corso la discussione in Senato, è stata considerata come una provocazione. Così come inaccettabile è stata definita dai sindaci valsusini la «militarizzazione di Giaglione», il piccolo comune interessato dall’allargamento.
Fino a sabato per entrare o uscire dal paese era necessario superare uno sbarramento di carabinieri e polizia, ma ieri le strade sono state liberate per accogliere oltre 400 attivisti No Tav, giunti da tutto il Piemonte per manifestare ancora una volta contro il «mostro». Sarebbe dovuta essere un’assemblea statica: come era prevedibile, dopo neppure due ore un corteo si è diretto verso le recinzioni del cantiere, per l’ennesima giornata di tensione. Lungo il sentiero gallo-romano c’è stata la consueta battitura delle reti, poi 200 manifestanti si sono avventurati nei boschi per aggirare lo sbarramento e bersagliare le forze dell’ordine con pietre e petardi. L’obiettivo era raggiungere il presidio dei
Mulini, luogo simbolo della «resistenza», ma la strada, già impervia, è stata sbarrata da un contingente in assetto antisommossa. La guerriglia è durata due ore, con attacchi portati dall’alto, in tre punti diversi. La polizia ha risposto con un lancio di lacrimogeni che ha reso l’aria irrespirabile e costretto i manifestanti ad arretrare. Un poliziotto e un finanziere sono rimasti leggermente feriti durante i concitati spostamenti di fronte, mentre la Digos ha identificato un’ottantina di manifestanti tra esponenti dei centri sociali e anarchici, che saranno denunciati per inottemperanza ai provvedimenti dell’autorità giudiziaria.
Nuovi disordini potrebbero ripetersi nel prossimo fine settimana, ma la giornata di tensione ha già provocato l’indignazione di buona parte delle forze politiche: «Ancora sassaiole e lanci di bombe carta contro le forze dell’ordine — ha detto Mariastella Gelmini, capogruppo di Forza Italia alla Camera —. È inaccettabile che simili teppisti possano avere la possibilità di delinquere in questo modo». Il deputato Pd Davide Gariglio, invece, invoca l’intervento del governo: «La solidarietà non può bastare, occorre agire per arrestare questi delinquenti».