Scatto delle riviste culturali Il digitale per una nuova fase
Convegno online del Cric, il coordinamento di settore. Un’indagine: boom di eventi in streaming
Le riviste culturali italiane non si sono fermate in questi mesi, un 17% ha avuto anzi un qualche aumento di lettori. Una su tre ha dedicato un numero speciale al Covid. Riflettendo, ciascuna nel proprio ambito, su temi come le pandemie nella storia sociale, culturale ed economica, sulla didattica a distanza, sulla nuova antropologia creata dal virus. Il dato emerge da un’indagine fra i propri associati promossa dal Cric, il Coordinamento delle riviste italiane di cultura, che riunisce un centinaio di pubblicazioni, spesso espressione di istituti o fondazioni culturali. Fascicoli storici come «Nuova Antologia» o la «Bibliofilia», accanto ad altri nati, o rinati, di recente.
Il mondo dei periodici cul
turali celebra la propria giornata nazionale. Ritrovandosi online per fare il punto proprio su quanto il Covid abbia inciso su questa editoria e sul contributo che può dare al dibattito sulla ripartenza.
L’evento si intitola Le riviste italiane di cultura. Le innovazioni e le sfide e si terrà domani sulla piattaforma Zoom (l’indirizzo nella sezione news di cric-rivisteculturali.it) e sulla pagina Facebook del Cric, dalle 10 alle 13.30. È previsto il saluto del ministro per i Beni culturali Dario Franceschini.
L’incontro è promosso dal Cric, in collaborazione con la direzione Biblioteche e diritto d’autore del Mibact, con il Cepell,
Centro per il libro e la lettura, e con la Biblioteca nazionale centrale di Roma. Interverranno, fra gli altri, Valdo Spini, presidente Cric, Andrea Martella, sottosegretario a Editoria e informazione, Paola Passarelli, direttore generale al Mibact e Alessandra Trotta, moderatora della Tavola Valdese che sostiene l’evento. «Dalla nostra indagine — spiega Spini — emerge un mondo culturale vivace, fatto di volontariato e passione, estremamente resiliente, che ha bisogno da un lato di uscire da una certa emarginazione, elaborando gli strumenti per tornare tra i protagonisti del dibattito pubblico, dall’altro di trovare i mezzi per affrontare le radicali novità tecnologiche e di mercato in cui si trova a operare». L’indagine mostra un mondo delle riviste che fa da cerniera fra accademia e società. «Un rapporto in difficoltà da molto tempo e che, proprio per la loro natura, le riviste possono aiutare a colmare», auspica il presidente Cric. I dati dicono che un terzo del personale delle riviste culturali è costituito da volontari: «Intere comunità dedicano tempo, analisi e sacrifici a produrre cultura in tanti campi. Si crea sapere, lo si divulga, lo si discute dialetticamente», sottolinea Spini.
Se il 70% delle riviste, prima del Covid, non organizzava se non raramente eventi online, adesso il 48% considera molto positivo il coinvolgimento di nuovo pubblico con il digitale.
Le riviste culturali appaiono poi come laboratorio per la parità di genere: le donne sono la maggioranza dei collaboratori (55%) e del personale (61%). Percentuale che, però, scende se si va a vedere chi dirige i periodici: le direttrici sono solo tre su dieci.
Fra gli interventi di domani, anche quelli di Paolo Ambrosini, presidente dell’Associazione librai italiani, di Paolo Grossi, dirigente dell’area promozione culturale del ministero degli Esteri, di Ricardo Franco Levi, presidente dell’Associazione italiana editori, e di Angelo Piero Cappello, direttore del Cepell. Una delle necessità, con la legge 15 di quest’anno che affida la valorizzazione della lettura allo stesso Centro per il libro, è quella, spiega Cappello, «che le riviste culturali mescolino il loro potenziale formativo e informativo con quello del libro, in un unico progetto di promozione della lettura che travalichi tradizionali steccati e orgogli accademici. Lo scopo è quello di orientare verso obiettivi condivisi l’onda lunga del digitale».
Questione di genere Tra i direttori solo tre su dieci sono donne ma donne sono il 55% dei collaboratori
Inattesa risorsa Con il Covid, il 48% delle riviste considera positivo coinvolgere il pubblico via web