Corriere della Sera

L’ottovolant­e Inter

Domina il Cagliari, va sotto poi rimonta Ripartenza dopo la Coppa: 4° centro di fila

- DAL NOSTRO INVIATO Guido De Carolis

Il Piano B dell’Inter è piuttosto chiaro: provare a vincere lo scudetto. Affogati nell’oceano della Champions, nel mare nostro i nerazzurri nuotano alla grande e reagiscono all’eliminazio­ne. Masticano e digeriscon­o il Cagliari, lanciano un messaggio inequivoca­bile: in campionato si va fino in fondo. La quarta vittoria di fila mette in vetrina la forza di una squadra che in Italia ha un altro passo, veloce e pieno di gol (29, miglior attacco). Il successo però è in stile Inter, ricco di contrattem­pi. Domina la partita, crea e spreca l’impossibil­e, prende gol e poi, quando tutto sta per compromett­ersi, riemerge, ribalta il match e travolge l’avversario in 15 minuti, completand­o un’altra rimonta dopo quelle più faticose con Fiorentina e Torino.

Conte scopre il suo lato trasformis­ta. Rilancia Eriksen titolare, non da trequartis­ta ma mezzala (ruolo in cui dovrà adattarsi), effettua la prima sostituzio­ne dopo un tempo, passa alla difesa a quattro quando è sotto di un gol, lascia in campo tutte e tre le punte. «Il Piano B sono le sostituzio­ni, ma si può attuare se chi è in panchina è in buone condizioni e non fa solo numero. Dall’esterno sembra ci siano grandi munizioni da sparare, mentre alle volte o non ci sono o è apparenza».

L’Inter a Cagliari è stata molta sostanza, pur ricadendo nel solito vizio: sperperare ogni dote. La partita l’ha azzannata, la formazione di Di Francesco per quaranta minuti ha assaggiato la frusta del padrone cattivo e l’ha tenuta in piedi solo Cragno, con cinque parate miracolose. Non aveva rischiato nulla l’Inter, trascinata da Barella, incapace però di finalizzar­e con Lukaku e Sanchez. Eriksen ha impreziosi­to l’avvio con un assist di classe, da mezzala si è messo a disposizio­ne soffrendo e non sprofondan­do, si è un po’ spento via via. Doveva essere un vantaggio largo quello interista, il Cagliari però si è ribellato al suo destino con una perla di Sottil, è andato pure vicino al raddoppio con Pavoletti, tutto nel fazzoletto di tre minuti, al tramonto del primo tempo.

«Il loro gol poteva portare ansia, avevamo dominato. Bravi a restare sul pezzo», l’analisi di Conte. Il tecnico ha modificato la formazione a inizio ripresa con Hakimi, per poi aggiungere Young e il ritrovato Sensi. Tolto Bastoni, è passato con la difesa a quattro. Barella ha pescato la rete del pari dal limite, sempre lui s’è inventato l’assist per D’Ambrosio che di testa ha inchiodato il Cagliari e ristabilit­o i valori di un match, stramerita­to dai nerazzurri e chiuso dalla rete di Lukaku. «La delusione di Champions era nella testa e nelle gambe. Ma ora siamo con l’elmetto e sott’acqua, lasciamo le parole agli altri». La risalita è cominciata, il campo parla e non mente mai.

Il piano B sono le sostituzio­ni ma solo se chi è in panchina è in buone condizioni

La delusione Champions era nella testa e nelle gambe, ora siamo con l’elmetto

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