Gattuso pesca in panchina e ribalta la Sampdoria
L’allenatore: «Primo tempo inguardabile». Ai gol vittoria ci pensano Lozano e Petagna
Il Napoli va in altalena, ed è ancora una volta la panchina a venire in soccorso a Gattuso. Due partite in 90 minuti: la vittoria con la Sampdoria, terza consecutiva in campionato, arriva grazie al ribaltone che l’allenatore opera già nell’intervallo. Lozano e Petagna, con la squadra sotto di un gol, confezionano la rimonta perfetta. Effetto panchina, appunto: il Napoli è la squadra che in Italia ha fatto più gol (6) con giocatori subentrati a gara in corso. «Primo tempo inguardabile», Gattuso non può nasconderlo. La Samp è un concentrato di pressing e corsa, mette all’angolo i partenopei, reduci dalle fatiche di Europa League e scesi in campo senza energie. Il gol di Jankto è un contropiede a campo aperto, con Di Lorenzo fermo e Meret bloccato tra i pali. Il Napoli tiene il pallino del gioco, ma subisce la superiorità a centrocampo, perde i duelli individuali e si abbandona al festival degli errori. La Samp non riesce ad approfittarne, ed è questo il grande rammarico di Ranieri: «Dovevamo chiuderla nel primo tempo».
Gattuso cambia tutto nello spogliatoio, Politano e Fabian Ruiz (in giornata no più degli altri) neanche risalgono, mentre Lozano e Petagna accelerano il riscaldamento. La scossa porta il nome del messicano: in poco più di 20 minuti regala un gol, un palo e l’assist-vittoria. Imprime la svolta a una gara che d’improvviso si capovolge. La squadra di Ranieri non regge, non tira più in porta. Consegna i 3 punti (il gol di Petagna al 20’) al Napoli, uscito fuori con tutta la sua forza.
Gattuso si tiene stretta la continuità e il terzo posto in classifica, abbraccia Petagna, salvatore della patria, dopo il gol. Si proietta allo scontro diretto di mercoledì a San Siro contro l’Inter, pure vittoriosa in rimonta a Cagliari e che ha un punto in più . «Sono tutte battaglie — aggiunge Rino — bisogna saper soffrire». Con gli uomini abituati a tener duro, anche in panchina. Petagna è uno di questi: «Dopo il Milan volevo smettere, invece eccomi qui a gioire».