Ferrari al capolinea L’unica emozione è Vettel-Celentano
Batosta finale, Seb canta, Maranello decide il futuro
La colonna sonora è l'unica parte bella del film horror girato dalla Ferrari 2020. Sebastian Vettel, al traguardo da doppiato ad Abu Dhabi, reinterpreta «Azzurro». È una delle sue canzoni preferite, una volta dopo aver vinto in Canada mise a palla sull'aereo (di linea) tutto il repertorio di Celentano, Cutugno, Tozzi. Stavolta la voce è commossa: «Voi sieeeete la squadra rossa, appassionati. Non vi arrenderete maaaai». «La mia fermata sta arrivando, ho sentito la vostra magia... e adesso quasi quasi dirò addio. E vi auguro il meglioooo». «The end» dopo sei anni di quello che «all'inizio — parole del tedesco — era un sogno e poi è diventato un po' più triste». La storia era già esaurita, soltanto i contratti l'hanno tenuta insieme e la convivenza forzata non è servita a nessuno: a Maranello hanno corso con un pilota solo, Charles Leclerc.
Come era già terminato il campionato della Rossa prima di iniziare. C'è una data e risale al paleozoico: il 28 febbraio nell'ultimo giorno di test a Barcellona, mentre il Covid in silenzio iniziava a sconvolgere il mondo, sette righe vergate dalla Fia ufficializzano ciò che a Maranello già sapevano. Non possono più utilizzare alcune soluzioni motoristiche dell'anno prima, assomiglia a una punizione mascherata e in effetti lo è. La macchina celebrativa del 1000° Gp, costruita con una distribuzione dei pesi diversa e con ricette aerodinamiche per potenza superiore, è stata fra le più scadenti di sempre. E lo ha confermato fino all'ultimo ad Abu Dhabi, con l'umiliazione del duplice doppiaggio condito da errori di strategia. Max Verstappen, re del deserto, davanti a Mercedes irriconoscibili,
Grazie a Sebastian, è un grande pilota e una bella persona Mi ha spinto a migliorare
giravano con mappature prudenti e con Lewis Hamilton reduce dal Covid. Un pianto questo campionato per la Rossa, tre podi appena. Da quarant'anni mai così in basso fra i costruttori, sesto posto, ma il confronto con il passato recente è più aderente: nel 2014, zero vittorie e tante epurazioni, aveva 85 punti in più.
Louis Camilleri era un sostenitore della stabilità, John Elkann pure, almeno a parole. Terrà lui in mano le redini del Cavallino in attesa di trovare il nuovo amministratore delegato, un processo che secondo i ben informati andrà per le lunghe. In settimana il consiglio d'amministrazione discuterà della successione. Quanto al nome, Mike Manley, attuale Ceo di Fca, viene dato come improbabile.
Per Mattia Binotto e il suo gruppo, l'anno prossimo sarà cruciale, non sono tollerati errori: l'obiettivo minimo è il terzo posto in classifica (preso dalla McLaren), la macchina dovrà lottare sempre per il podio, con le regole congelate la Mercedes ha un vantaggio enorme. Il punto di forza della Ferrari sarà il nuovo motore, dai dati dei banchi sembra promettere bene ma pure gli altri cresceranno. C'è poi in atto una campagna acquisti: diverse figure tecniche rinforzeranno l'organico per lavorare al progetto 2022, la stagione del ritorno delle monoposto a effetto suolo, la grande occasione di cambiare gli equilibri. Dal 1° gennaio si potranno fare simulazioni aerodinamiche in galleria del vento, la Ferrari avrà più ore a disposizione in base a un meccanismo che premia chi è indietro in classifica. Un vantaggio che sarebbe stato meglio non avere, frutto avvelenato di questo 2020 da cancellare.