A lezione su Base Marte
Potrebbe accadere. Magari accadrà, fra vent’anni o anche meno, che un astronauta italiano partecipi a una missione internazionale su Marte. Che con i suoi colleghi debba sopravvivere nella base atterrata sul Pianeta rosso, condurre ricerche sull’ambiente esterno, organizzarsi per una lunga permanenza.
Se ai componenti dell’equipaggio qualcuno domanderà quando e come abbiano deciso di lanciarsi nella colonizzazione dello spazio, l’astronauta nazionale potrebbe rispondere di essere stato folgorato nel lontano 2021 da una visita con la scuola al Museo della Scienza e Tecnologia «Leonardo da Vinci» di Milano, che lo ha trasportato nell’universo, gli ha fatto capire l’importanza del lavoro in team e sognare l’avventura extraterrestre. Uomo o donna, il nostro cosmonauta probabilmente non sarà di origini benestanti: Base Marte, quella già quasi pronta in un’ala del museo milanese, è una delle sorprese riservate per l’anno venturo agli studenti tra i 9 e i 14 anni di tredici scuole lombarde, piemontesi, siciliane e campane, selezionate in base al disagio economico e culturale in cui operano. Saranno loro i pionieri del gioco a squadre (ma senza vincitori né vinti) che li trasformerà per un paio d’ore in cosmonauti della stazione marziana Schiaparelli, assegnando un ambito a ogni gruppo di ricerca: l’area dei sistemi di supporto vitale (fornitura e controllo di acqua e aria), la serra dei vegetali, l’area salute (fisica e mentale), l’area del software e quella dei lavori esterni, con l’ausilio di robot.
Giochi di ruolo contro le fragilità sociali? «Rientra nel progetto Stem*lab, Scoprire, trasmettere, emozionare, motivare, finanziato dal Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile — conferma il direttore, Fiorenzo Galli —. Base Marte è stata creata dal nostro staff interno, con la partnership della fondazione di Torino Per il Sud e con i bambini. E abbiamo già pronto anche un altro laboratorio, Future Inventors, realizzato con il supporto della Fondazione Rocca».
Nei mesi di chiusura forzata al pubblico il museo non è caduto in letargo. Patrizia Cerutti, responsabile dei programmi per l’Educazione alle
Milano, il Museo della Scienza simula per gli studenti la futura stazione sul Pianeta rosso
Stem (Science, Technology, Engineering, Mathematics) è impaziente di «creare una nuova cittadinanza scientifica. Saremmo dovuti partire già a ottobre scorso, speriamo nella primavera. A Milano il Comune ha già individuato le prime sei scuole di periferia che accoglieremo».
Scaglionate, settanta classi attraverseranno le nuove e bellissime Gallerie Leonardo, sfioreranno il gigantesco telescopio di Schiaparelli, scruteranno
La scoperta
Per due ore i ragazzi diventano cosmonauti tra robot, software e serra dei vegetali
Invitare le scuole è il nostro contributo al contrasto della povertà educativa minorile
il frammento lunare riportato dall’Apollo 17 e finalmente si ritroveranno nel candore della stazione spaziale, arredata con pezzi autentici forniti dall’Estec (Centro europeo per la ricerca e la tecnologia spaziale) e immagini originali della sabbia rossa di Marte negli oblò: «Se possiamo essere innovativi — riconosce Galli — è grazie anche al sostegno delle fondazioni private per la parte culturale».