La Borsa «vede» l’intesa sulla Brexit: sterlina ai massimi
Schiarite tra Johnson e von der Leyen sulle regole per la concorrenza. I bookmakers quotano il «deal» all’81%
I mercati finanziari già festeggiano il possibile accordo sulla Brexit. La sterlina ieri è schizzata in alto, a livelli che non si vedevano dal maggio 2018: «Il mercato ha cominciato ad apprezzare una più forte possibilità di accordo rispetto alla scorsa settimana — commenta Ian Stew, trader per la valuta britannica a Barclays bank —. Dal nostro punto di vista, si sta calcolando un 75% a favore di un’intesa fra Gran Bretagna e Unione europea». E gli scommettitori sono ancora più ottimisti: i bookmakers collocano le chance di un esito positivo all’81%.
La svolta è arrivata domenica, dopo giorni in cui da tutte e due le parti si metteva in guardia che ormai si stava precipitando verso un no deal, un divorzio senza accordi fra Londra e Bruxelles che avrebbe pesanti conseguenze economiche e politiche. Ma poi una telefonata tra Boris Johnson e Ursula von der Leyen ha dato mandato ai negoziatori di trovare una soluzione senza limiti di tempo.
Nei giorni scorsi quindi la musica è decisamente cambiata: tanto che ieri la presidente della Commissione Ue ha potuto affermare che «adesso c’è un sentiero verso un accordo». Un sentiero stretto, ma che ha consentito a Boris di confermare che c’è «ogni opportunità» di raggiungere un’intesa. E il suo portavoce ha poi aggiunto che ci sono stati «progressi in alcune aree», anche se «permangono distanze significative». La stessa von der Leyen ha riconosciuto che le due questioni da risolvere restano le stesse: il level playing field — ossia la parità di condizioni per evitare una concorrenza sleale — e la pesca nelle acque territoriali britanniche. Ma sul primo nodo c’è un movimento e sembra difficile che alla fine possa essere la pesca, che vale solo lo 0,1 del Pil, a far saltare tutto.
Il Parlamento britannico è stato già messo in allerta per approvare un accordo a passo di carica: doveva andare in vacanza oggi, ma prolungherà le sedute anche la prossima settimana.Tutto deve essere concluso entro il 31 dicembre: ma fonti diplomatiche affermano che non ci si impiccherà a quella scadenza e che si troveranno soluzioni creative per eventualmente andare oltre, in modo da riuscire a scongiurare il temuto no deal.