Da Fedez a Orietta Berti il Festival di Sanremo svela i nomi dei 26 big
Il caso Morgan: eliminato da Amadeus come giudice per i Giovani dopo le polemiche Torna Orietta Berti, già 11 volte sul palco dell’Ariston Largo alle donne, la sorpresa di Fedez e Michielin
La rivoluzione sarà trasmessa in tv. Quella musicale si intende. Sempre che il Festival si faccia e non venga rimandato causa Covid. Che poi rivoluzione è per Sanremo, tempio della tradizione canzonettara, ma nelle classifiche le facce sono cambiate da tempo. Il cast della 71esima edizione è stato annunciato ieri su Rai1 da Amadeus: serata dedicata alla scelta dei Giovani (esito a notte fonda) con le incursioni dei big e di Fiorello. Tutto senza pubblico. Gli applausi finti si potevano evitare: speriamo non siano necessari a marzo.
La nuova leva si prende il Festival. Amadeus aveva anticipato che sarebbe stato uno dei cast più giovani e in effetti c’è molto under 35. A vigilare su tutti Orietta Berti, 77 anni e 11 volte in gara. Ne escono male i boomer, la generazione dei più o meno cinquantenni. Saranno rappresentati da Max Gazzè che qui sbaglia raramente canzone, Bugo risarcito del biglietto strappato da Morgan, e Francesco Renga, nona presenza nel curriculum (compresa quella con i Timoria)
e una vittoria nel 2005. Non è l’unico con un titolo. Anche Ermal Meta e Arisa cercano il bis. Nel terreno del pop è l’anno delle donne, negli ultimi anni poco considerate dai cast (Amadeus l’anno scorso si era preso del sessista anche per questo) ma anche lontane dalla classifiche. Voci diverse, ma che voci: la precisione di Annalisa, la sensualità (anche nella scrittura) di Malika Ayane e il graffio di Noemi. E finalmente anche una nuova generazione: Gaia, vincitrice di Amici, pop con eleganza; e Madame, rapper 18enne che ha già convinto Negramaro, Marracash e Ghali.
Il mondo trap continua a guardare con sospetto all’Ariston. E la diffidenza è reciproca vista l’ossessione per drogabrand-misoginia. E allora si pesca in altri filoni della famiglia hip-hop. La sorpresa è Fedez: arriva con Francesca Michielin e la coppia si appoggia ai numeri milionari di «Magnifico» e «Cigno nero». Attenzione al detto «chi entra Papa...». Willie Peyote ha rispolverato nelle rime l’impegno socio-politico cui ci aggiunge dosi massicce di ironia. Ci sono anche i Coma_Cose, coppia anche nella vita, maestri di giochi di parole e sentimenti tormentati. E poi Fasma che della trap incarna la parte romantica e si è fatto notare fra i Giovani 2020. Forse per questo non c’è Leo Gassman, che vinse la categoria: sui social ha postato la propria delusione. Toni opposti a quelli usati da Morgan che saputo dell’esclusione ha ricoperto di insulti — sciacalli e miserabili sono i meno pesanti — Amadeus e la commissione. Cacciato anche dalla giuria di ieri sera.
Il cantautorato è indie: Fulminacci, premio Tenco per il miglior esordio, guarda con occhi freschi al mondo di Rino Gaetano e Lucio Battisti; Colapesce e Dimartino hanno fatto uno degli album più belli dell’anno, se lo meritano. L’etichetta urban si appiccica bene a Ghemon che sul rap ha aggiunto suoni black e sentimento, ma anche ai suoni contemporanei del cantautorato di Random. Aiello propone un pop nuovo, come Irama che ha una sensibilità per il tormentone che pochi hanno. I Måneskin presidiano la casella vintage rock. Osservati speciali i regaz dello Stato Sociale: nel 2018 lasciarono il segno. Tutte da scoprire la nicchia queer pop di La rappresentante di lista, il poeta (citato da Isoardi quando lasciò Salvini) Gio Evan e gli Extraliscio di Mirco Mariani che portano l’energia del punk-rock nella tradizione romagnola con l’aiuto di due monumenti del genere come Moreno il Biondo e Mauro Ferrara e l’apporto di Davide Toffolo dei Tre allegri ragazzi morti. Resta una casella vuota: manca Napoli. Un’altra rivoluzione.
L’annuncio dei partecipanti alla 71ª edizione della gara prevista a marzo