Corriere della Sera

Paura a Milano per una scossa La più forte da 500 anni

L’epicentro a Pero, a 56 km di profondità. Nessun danno in città

- di Stefano Landi G. Caprara

Terremoto avvertito ieri a Milano. L’epicentro nella zona di Pero. La scossa, registrata alle 16.59, è stata di magnitudo 3.9, la più forte degli ultimi 500 anni. È stata percepita anche in provincia di Bergamo, nel Varesotto e nel Monzese. Nessun danno.

La terra trema che sono MILANO le cinque del pomeriggio tonde. In contempora­nea alla quotidiana conta del bollettino Covid. Va bene l’anno bisestile. «Ma cosa ancora deve succedere in questo 2020?», si chiedono in coro nelle case, in particolar­e ai piani alti, che incassano peggio la scossa di magnitudo 3.9. L’epicentro si scopre essere 56 chilometri sotto Pero, periferia ovest della città. Dove cinque anni fa luccicava l’infilata di padiglioni dell’Expo alla milanese. Ma la botta è forte e si sente (almeno) fino a Novara da un lato e Bergamo dall’altro. Da Monza a Varese.

Qualcuno scende in strada. Su Twitter parte il ping-pong delle reazioni e il rimbalzo delle paure reciproche. Ai Vigili del fuoco comincia a tuonare il telefono. Chiamano in tanti, ma per fortuna danni reali non ce n’è da nessuna parte. Tanto che in tutta la provincia di Milano non si registrano uscite delle squadre. Se non per visite di estremo scrupolo. Dalle parti di Monza, invece, ai pompieri tocca sbloccare porte uscite fuori asse e verificare la stabilità di alcuni edifici. In generale ai centralini spetta il compito di tranquilli­zzare la gente.

Neanche il tempo di assestare il colpo, che dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanolog­ia fanno notare che

Vigili del fuoco

Tante chiamate, ma nessun intervento nel capoluogo. Qualche uscita invece a Monza

qualcosa del genere dalle parti di Milano non accadeva da secoli. «È stato il risveglio del fronte delle Alpi, frutto della convergenz­a tra la pianura padana e l’Europa», spiegano. Per ritrovare qualcosa di simile bisogna riavvolger­e la storia sismica della città fino al 1500. Per magnitudo l’unico più forte era stato avvertito a Monza addirittur­a nel 1400.

Passa qualche ora e per fortuna si realizza che di danni non ce ne sono. Milano barcolla, ma di solito, da questo punto di vista, non molla. Ora tutti a chiedersi che succede da domani. Se la terra tremerà di nuovo. Così, almeno per saper regolare l’orologio delle paure.

«Quello di ieri resta un evento veramente raro da queste parti. Sotto i piedi di Milano terremoti del genere sono un fenomeno particolar­e, al punto che è difficile capire come si potrà evolvere il movimento», dice il professore di Ingegneria Sismica del Politecnic­o di Milano Roberto Paolucci. C’è chi azzarda che possa esserci un assestamen­to proporzion­ale alla magnitudo della scossa principale. Ma per ora nessuno immagina repliche, dato che l’accelerazi­one è stata di circa 9 centimetri al secondo quadrato (quello dell’Aquila viaggiava a 700). Solo un tassello da iscrivere in calce a questo non brillantis­simo 2020.

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(Ansa/Piaggesi) Per strada Trezzano sul Naviglio, vicino a Milano, ieri subito dopo la scossa
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