In 24 ore 683 vittime. Risale al 9,9% il tasso di positività
Più decessi e nuovi casi (18.236) del giorno precedente In Veneto il dato peggiore: 92 morti e 4.402 contagi
La curva epidemica è «congelata», dice il commissario Arcuri, «prosegue il trend decrescente» da qualche settimana e «siamo passati in un mese e mezzo da una crescita del 66% a una decrescita del 22%».
E tuttavia i numeri restano alti pur se stabili, e ieri i nuovi casi in 24 ore erano 18.236. Il giorno prima il ministero della Salute ne aveva registrati 17.572; dunque c’è stata una risalita, a fronte di «soli» 14.169 tamponi in più. E infatti il tasso di positività, che mercoledì era all’8,8%, ieri è tornato a crescere al 9,9%.
Sempre drammaticamente alto il numero dei morti: in un giorno altre 683 vittime in Italia. Va invece meglio negli ospedali: i pazienti ricoverati con sintomi sono 26.427, altri 470 posti letto sono stati liberati. In terapia intensiva sono 2.855 i pazienti in condizioni più gravi ma anche qui c’è un altro calo di letti occupati, 71 in meno in un giorno.
Le regioni con il maggior numero di contagi sono il Veneto (4.402), la Lombardia (2.730), l’Emilia-Romagna (1.667), il Lazio (1.597) e la Puglia (1.073). Va meglio negli ultimi giorni in Campania (927 i casi ieri, il giorno prima 900); non c’è regione senza nuovi casi e senza morti. I numeri più alti dei deceduti sono in Veneto (92), Lombardia (68), Piemonte (80) ed EmiliaRomagna (78).
«Un Natale buono come ultimo sforzo», è quello che chiede il commissario Arcuri. Un’altra ondata, a gennaio, non possiamo permettercela.