Il discorso del re (senza precedenti): «Svezia, quanti morti Abbiamo fallito»
Il virus fa dieci volte più vittime che in Norvegia: «Anno terribile». Il premier: mi fido del mio governo
L’ultima parola sulla «strategia Tegnell» per la Svezia l’ha pronunciata ieri il re, in diretta tv nel rituale appuntamento di fine anno: «Mi pare», ha detto Carlo XVI Gustavo, «che abbiamo fallito. Abbiamo un numero di morti altissimo, e questo è terribile». Anders Tegnell, l’epidemiologo del governo che ha scelto di non imporre ai cittadini mai un lockdown, mai restrizioni, e solo poche «raccomandazioni» per contrastare il Covid-19, ha avuto in patria detrattori ma anche molti tifosi. E si è sempre difeso sostenendo che i risultati della sua strategia si sarebbero visti nel lungo termine. Ora però la Svezia è nel pieno di una setrascorsi. conda ondata che lo stesso premier Stefan Löfven ha definito, imbarazzato, «più travolgente di quanto fossimo preparati a vedere»; le terapie intensive a Stoccolma sono piene al 99%; si dimettono, esausti, circa 500 medici e infermieri al mese. Così re Gustavo, defilato in genere per ruolo e per carattere, è intervenuto. Ammettendo perfino che la prospettiva di prenderselo, il coronavirus, «sembra ormai quasi ovvia. Lo vedi avvicinarsi. Certo, uno preferirebbe di no».
Le parole di Gustavo
La bomba il re l’ha sganciata ieri in diretta sulla tv di Stato Stv, nel tradizionale programma «L’anno coi reali» in cui traccia un bilancio dei 12 mesi Il 2020, ha detto, è stato «un anno terribile. Il popolo svedese ha sofferto tremendamente in condizioni più difficili di quel che era giusto. Pensiamo a chi non è riuscito a dire addio a un famigliare morto. Un’esperienza traumatica». Il discorso di Gustavo è «decisamente irrituale», scrive il quotidiano Expressen. «Non ci sono precedenti di un intervento così critico» da parte della corona.
La risposta del governo
Il primo ministro Löfven ha indetto in poche ore una conferenza stampa in cui ha dichiarato che «la fiducia nel nostro governo la dovranno esprimere i cittadini; la mia è massima». Il governo, ha aggiunto, «ha agito con tempestività». Poche ore prima, all’appuntamento ordinario con la stampa, Anders Tegnell aveva già rifiutato di commentare il discorso del re. «Non ho ragione di esprimermi, rimando la parola al governo». A dicembre il governo ha fatto parziali marce indietro su alcuni fronti: ha chiuso fino al 6 gennaio le scuole superiori, che come tutte erano rimaste aperte; ha proibito gli assembramenti di più di 8 persone; ha vietato di vendere alcolici dopo le 20.
I dati
Ma la mortalità svedese, e il numero assoluto di casi registrati e di vittime, sono rimasti più alti che nei Paesi vicini.Un confronto con la Norve
gia: in Svezia ci sono 7.80o morti finora, e 349 mila casi; in Norvegia 402, con circa 42 mila casi. In Finlandia 472 morti e 32 mila casi. Paesi con densità di popolazione e sistemi sanitari molto simili a quelli svedesi; la Svezia però ha mortalità e diffusione più simili ai Paesi del resto d’Europa, più popolati. A luglio un gruppo di 25 medici e scienziati firmava una lettera sul quotidiano Usa Today agli altri Paesi: «Non seguite il nostro esempio, non si affronta una pandemia così».
Le strutture per anziani
«Quel che il Re ha detto sul fallimento è vero nelle case di riposo», ha ammesso ieri in conferenza stampa il premier Stefan Löfven. Le strutture per anziani in Svezia sono al centro di un report della Coronakommissionen, l’organismo che coordina la risposta alla pandemia. Mercoledì ha pubblicato un report di 300 pagine da cui risulta che il 90% dei morti in Svezia aveva più di 70 anni; che la metà di loro si trovava in case di riposo; e soprattutto che «a causa di una frammentazione nella gestione delle strutture», recita il report, il 20% dei morti nelle case di riposo non è mai stato assistito da un medico e il 40% nemmeno da un infermiere. La ministra agli Affari Sociali Len Hallengren, ieri, annunciando un piano per aumentare i test rapidi, ha promesso che si partirà proprio da queste strutture.