Corriere della Sera

«Il mio essere gay per lui era un lutto, ora mi fa solo pena»

Torino, il chirurgo minacciato dal padre

- di Massimilia­no Nerozzi mnerozzi@rcs.it

Ha pagato una persona per spezzargli mani, braccia e gambe, un’altra per picchiare il suo compagno, l’ha offeso, e in quattro anni gli ha fatto 11 cause: motivo, suo figlio, 43 anni, affermato chirurgo, era «finocchio», come gli ripeteva tra dispetti e minacce. Per questo un settantaci­nquenne torinese, libero profession­ista, ha patteggiat­o due anni di reclusione per stalking e lesioni aggravate. Accuse di cui doveva rispondere anche nei confronti della moglie, dalla quale si era separato. «Non gli voglio bene e non lo odio, mi è completame­nte indifferen­te», racconta ora la vittima. Vive felice con il compagno, e così la sorella, più piccola, senza sentire la mancanza del papà, che da quando la storia è diventata pubblica, è spuntato in tv: «Mi ha fatto un po’ pena, l’ho sentito affaticato».

Chissà se dalla guerra che ha iniziato dal 2016, contro la moglie, malata e scomparsa l’anno scorso, e il figlio: «Quando presentai il mio compagno, perché fino ai 2324 anni uscivo con le ragazze, ci rimase male — racconta l’uomo — ma con quelle frasi di circostanz­a: “peccato solo per i nipotini”. Pensavo avesse superato il lutto, diciamo, invece no. Non mi ha mai accettato». Per questo l’ha tormentato: «Se fossi stato fidanzato con una ragazza, tutto questo non l’avrebbe mai fatto».

Se la miccia è la richiesta di separazion­e da parte della moglie, la dinamite è una foto: «Di un attore di fama internazio­nale, paparazzat­o sul terrazzo della casa in Costa Azzurra». C’è un problema, per il padre: «Quell’attore è palesement­e gay». A questo si aggiungono i commenti del suo amico, al mare. Morale: «Mio papà cambia le serrature di casa che, tra l’altro, è mia». Da lì in poi, sarà un precipizio. Si comincia dai dispetti, nel novembre 2016: l’uomo afferra la moglie per i capelli e la scaraventa a terra, poi se la prende con il figlio, intervenut­o in difesa della mamma: «Vi faccio spezzare le gambe». Nel frattempo si susseguono scherzi da cinepanett­one, che scherzi non sono: spegne la caldaia per far restare i due senza acqua calda, oppure stacca la corrente. L’anno dopo, dalle angherie si passa alle missioni punitive, da gangster movie. È aprile quando il libero profession­ista commission­a a un tipo dai modi spicci di picchiare il compagno del figlio, che finisce al Pronto soccorso. Ce n’è anche per il figlio che, per settimane, viene pedinato da un altro uomo, con piglio da buttafuori, che avrebbe dovuto gonfiarlo di botte: «“Ti devo spezzare le mani e le braccia”, disse. Perché voleva mandarmi in rovina». Con le dita, un chirurgo ci campa. Capita però che il sicario sia preso da

I nipotini

«Quando gli presentai il mio compagno ricordo le sue parole: “peccato solo per i nipotini”»

fiabesca compassion­e e racconti tutto: simulando il pestaggio e mandando foto ritoccate, per testimonia­rlo. Lo stesso quando la missione è quella bucargli le gomme dell’auto. Ormai per l’uomo, quel figlio è una vergogna da cancellare, agli occhi di amici e parenti, dai quali però lo stesso figlio è accettato e invitato. Tenta di diffamarlo, anche, come ricostruit­o dai carabinier­i, coordinati dal pm Elisa Pazé. Su Facebook, nel gennaio 2018: dove lo descrive come «un malato, che faceva uso di droga e abusava di bevande alcoliche». Oltre alle solite minacce: «La vendetta è un piatto che va consumato freddo». Invece di quella, ha avuto una condanna, anche se la battaglia continua: «Ora mio padre dice che il testamento di mamma è falso, ed è quello la colpa di tutto: peccato sia del 2019». Non si sentono più: «Solo tramite avvocati e quando gli chiesi di lasciarci in pace, perché mia madre stava malissimo, rispose: “Spero che moriate”».

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