Il Milan è stanco e s’aggrappa a Donnarumma Ma Ibra scalpita
Mani grandi, mani senza fine. Mani senza le quali il Milan di certo oggi non avrebbe quel punticino in più che ancora gli consente di restare davanti a tutti. Gigio Donnarumma è un campione, questo già si sapeva, ma in forma come adesso non lo è stato mai. E mercoledì notte, a Marassi contro il Genoa, con quel volo strepitoso a levare la palla dall’incrocio sulla girata di Scamacca, lo ha dimostrato una volta di più. Una parata da fenomeno che ha cristallizzato il pareggio, consentendo al Diavolo di allungare a 24 partite la sua striscia show di risultati utili consecutivi, nonostante la notte storta e stanca di molti dei piccoli diavoli.
«Ormai è un leader» ha detto di lui Stefano Pioli. Opinione condivisa tanto dentro allo spogliatoio di Milanello quanto ai piani alti di Casa Milan, dove il dossier del rinnovo del portiere è un tema caldissimo. Il contratto scade a giugno, ma il ragazzo vuole restare. E lo ha detto chiaro anche al suo agente Raiola. Ecco perché da dentro Casa Milan non filtra più quell’ansia da firma che invece si percepiva fino a qualche mese fa.
Resta il nodo ingaggio, non semplice da sciogliere, ma un’intesa si troverà. Oggi Donnarumma guadagna 6 milioni di euro netti, si potrebbe chiudere a 7. Con Maldini si sta discutendo l’inserimento di una clausola rescissoria: la vorrebbe Raiola in caso di mancata Champions, ma il d.t. non è d’accordo. Questioni per niente secondarie, ma siamo in dirittura d’arrivo. Più complessa sarà invece la trattativa con Calhanoglu, che chiede un aumento da 3 a 5 milioni: il Milan non andrà oltre i 3,5-4. Anche l’altra sera Hakan è stato fra i migliori.
Chi invece a Genova ha faticato tremendamente è stato Rebic: una volta di più ha dimostrato di non avere i movimenti del centravanti. Come Leao, al quale ieri lo Sporting Lisbona ha pignorato beni per 35 mila euro, per via del contenzioso sul suo svincolo unilaterale del 2018. A gennaio servirebbe un vice Ibra, il tema è noto, fin qui Maldini ha più volte ribadito che non arriverà, ma negli ultimi giorni la questione è stata affrontata: se ne riparlerà. Papu Gomez?
Ipotesi suggestiva, ma improbabile. Piace, ma per età e costi non viene considerato adatto. Innanzi tutto perché è un trequartista-seconda punta. E lì il Milan è coperto.
Intanto si cerca di portare Zlatan almeno in panchina domenica col Sassuolo, nella penultima gara del 2020 prima di quella del 23 a San Siro con la Lazio: sarà una corsa contro il tempo per riavere il capotribù in un momento chiave della stagione, con l’Inter che fa sentire il fiato sul collo. Lui vuole esserci a tutti i costi. Non ce la farà invece Kjaer, mentre la buona notizia riguarda Theo, che sarà al suo posto. Il Milan è in difficoltà, senza i suoi leader tutto diventa maledettamente più difficile, i due pareggi consecutivi lo dimostrano. L’obiettivo non è lo scudetto, non lo era e non lo sarà, ma in queste settimane in paradiso il Diavolo s’è trovato bene. Ecco perché non intende scendere tanto velocemente.
Si prova a recuperare lo svedese per domenica col Sassuolo. Theo c’è, Kjaer no