Corriere della Sera

Mani da scudetto

Inter e Handanovic rinascita per due ma per lo scudetto ora tocca a Zhang

- Guido De Carolis

Il tempo dei processi è già finito. L’Inter viaggia forte verso la testa della classifica, appena un punto sotto al Milan. I cinque successi messi in fila si sentono, soprattutt­o sulle spalle degli avversari. La vittoria sul Napoli ha sciolto pure il nodo degli scontri diretti. Conte l’aveva detto alla vigilia, «vincere certe partite è importante, dà una spinta a livello mentale».

Se Milano è tornata davanti e l’Inter a un passo dal primo posto, lo deve soprattutt­o al suo portiere, il capitano Samir Handanovic, alla nona stagione in nerazzurro: una traversata lunga 360 presenze e zero trofei. L’attacco è stato fin qui protagonis­ta (30 reti realizzate, il migliore della serie A), la difesa invece è finita spesso sotto accusa e con lei il portiere. A 36 anni non è più reattivo, va cambiato, si diceva. Contro il Napoli la vittoria l’ha conservata lui con un paio di interventi strepitosi. «Il portiere ogni tanto deve portare punti a casa. La parola scudetto possono pronunciar­la in tanti, ma bisogna dimostrare sul campo di meritarlo», la sottolinea­tura di Handanovic dopo il Napoli.

L’Inter ha cambiato strada nelle ultime cinque partite, tutte vinte. L’attacco ha continuato a segnare (da inizio stagione solo in tre partite di Champions è rimasto a secco), ma la difesa s’è data una bella registrata, incassando in cinque gare quattro gol. Media nettamente inferiore a quella dei primi sette turni, quando le reti subite furono 11, quasi il triplo. Diversa l’attenzione, ma pure il modo di giocare, correttivi apportati da Conte per dare più equilibrio. L’anno scorso quella nerazzurra fu la miglior difesa, con sole 36 reti concesse, quest’anno tra le prime sette in classifica è la seconda peggiore (15 gol), dopo la Roma. Però contro il Napoli, per la terza volta in campionato, è riuscita a non subire reti.

Un cambio d’indirizzo per bussare alla porta scudetto. Digerita l’eliminazio­ne in Champions, l’Inter si è rialzata in fretta e ora ha la possibilit­à di accelerare. Il calendario nelle prossime quattro gare è impegnativ­o, non proibitivo. Domenica a San Siro arriva lo Spezia, chiude l’anno la trasferta di Verona: l’obiettivo è farsi un regalo e ritrovarsi davanti a Natale. Gennaio riparte contro Crotone e Samp. Lì si farà un primo punto sul cammino e sulla posizione e saranno chiare le intenzioni della proprietà. L’ad Marotta ripete che «il mercato sarà contratto per tutti, bisognerà cogliere le occasioni». se davvero vuole vincere, il presidente Zhang deve evitare un errore: pensare che la squadra non necessiti di ritocchi. All’attacco serve un rinforzo, a centrocamp­o se escono in tre (Nainggolan, Vecino, Eriksen) qualcosa va aggiunto.

«Mi viene da sorridere a sentir dire che siamo obbligati a vincere lo scudetto», sottolinea­va Conte qualche giorno fa. L’unico obbligo è puntarci e a quello il tecnico non si è mai sottratto. Per metterci sopra le mani non basteranno le parate di Handanovic, occorre anche un aiuto concreto del presidente Zhang, per sfruttare un’occasione d’oro.

A gennaio serve un attaccante in più. Nodo centrocamp­o: se in tre partono va completato

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(Ipp) Capitano Samir Handanovic, 36 anni, è alla sua nona stagione con l’Inter di cui è capitano dal febbraio 2019

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