Mancano cattiveria e alternative La Juventus pensa al mercato
Milik obiettivo di gennaio, poi il sogno Pogba
Otto punti in meno di Sarri, addirittura dieci in meno dell’ultimo Allegri. Ronaldo che fa cilecca su rigore nella sua peggior esibizione bianconera. Morata che mostra antichi difetti, Dybala che gioca sei minuti. La difesa a 3 degli avversari che sta diventando un problema, dato che 5 pareggi su 6 sono arrivati contro avversari che usano questo tipo di sistema. Senza dimenticare «la cattiveria per vincere le partite» che manca, per stessa ammissione dell’allenatore. Non è un allarme assordante, perché la vetta occupata dal Milan è a 4 punti e gennaio sarà il mese della verità con le sfide a rossoneri (il 6) e nerazzurri (il 17). Ma è comunque un discreto concerto di campanelli quello che tiene sveglio Andrea Pirlo verso le ultime due partite prima della sosta, con Parma e Fiorentina.
Il calendario compresso ha evidenziato la mancanza di un altro attaccante d’area. Perché Ronaldo non può giocare sempre e ogni tanto può anche essere sostituito. Morata stesso ha bisogno di rifiatare e anche di liberarsi da un certo timore reverenziale verso il compagno, che già mostrava con Tevez. Mentre Dybala non è ancora la vera Joya, nell’attesa che arrivi il rinnovo, che servirebbe a tutti anche in caso di cessione futura.
L’interessamento juventino per Arek Milik, in scadenza a giugno col Napoli, torna così d’attualità. Il profilo di una punta capace di dialogare coi compagni, di segnare, ma anche di rispettare le gerarchie, è quello giusto. Il prezzo (18 milioni) non esattamente, vista la situazione del polacco a Napoli, ma c’è tempo per venirsi incontro: senza l’inserimento di Federico Bernardeschi nella trattativa, perché a Rino Gattuso non interessa l’esterno juventino.
Mino Raiola, che ha la procura dell’azzurro, è stato avvistato a Torino, riportando d’attualità l’altro problema bianconero e soprattutto la relativa soluzione-sogno, chiamata Paul Pogba: il centrocampo a disposizione di Pirlo è quello con meno qualità, fisicità e personalità di questi nove anni di successi ininterrotti, anche se McKennie si conferma una piacevole sorpresa. È vero che la scelta di giocare con due centrocampisti fatta dall’allenatore consente una certa rotazione, anche se Arthur intanto salterà Parma per la botta presa dall’atalantino Romero, nemmeno sanzionata dal distratto Doveri. Ma una mezzala come il Polpo risolverebbe molti problemi. Anche a se stesso, dato che «è infelice e deve cambiare aria» come ha detto lo stesso Raiola a Tuttosport.
Cercare conforto dal mercato però è sempre rischioso. Anche perché la cattiveria che l’allenatore pretende è un prodotto che a questa Juve a volte manca, anche se una certa consistenza nella battaglia contro l’Atalanta si è vista. La presenza di Giorgio Chiellini a bordo campo mercoledì, quasi a «vigilare» sul riscaldamento, può anche essere un segnale: se qualcuno non ha ancora compreso del tutto qual è il Dna Juve, c’è sempre il capitano a ricordarglielo.