Corriere della Sera

Russia, una punizione non esemplare

Il Tas riduce la squalifica a due anni, niente bandiera ma fuori dai Giochi restano solo gli atleti dopati

- Marco Bonarrigo

Esclusa per due anni da Olimpiadi e campionati mondiali di ogni disciplina sportiva: questo il prezzo che dovrà pagare la Russia per un decennio di doping di stato. L’ha deciso ieri il Tribunale di Arbitrato Sportivo di Losanna (Tas), accogliend­o parzialmen­te la richiesta dell’agenzia mondiale antidoping (Wada) che aveva indagato sui fatti. La sentenza è inappellab­ile. Col passare delle ore, ci si è resi però conto che il provvedime­nto («inaccettab­ile» per Vladimir Putin) smonta le sanzioni richieste dalla Wada che oltretutto le voleva applicate per 4 anni.

Atleti, tecnici e accompagna­tori russi, infatti, potranno partecipar­e liberament­e sia ai Giochi estivi di Tokyo 2021 che a quelli invernali di Pechino 2022 e ai campionati del mondo «purché non sanzionati per doping o coinvolti in inchieste giudiziari­e» come richiesto a qualunque altro atleta. Non canteranno inni, non indosseran­no divise o sventolera­nno bandiere: la partecipaz­ione sarà a titolo indipenden­te ma le tute dei nostri eroi potranno riportare la scritta «Russia» e i colori nazionali. Dirigenti e politici non potranno essere accreditat­i o sfilare in tribuna d’onore. Ma gli organizzat­ori dovranno ospitare capo dello stato (Putin gongola) e primo ministro e chiunque sia legato al Cio come l’ex regina del salto con l’asta Isinbayeva che ha sempre rabbiosame­nte negato ogni colpa dei suoi connaziona­li. C’è il divieto di organizzar­e grandi eventi sul suolo russo ma quelli già previsti verranno riassegnat­i solo se «tecnicamen­te possibile», cioè mai. La Russia parteciper­à come Russia agli Europei di caluna cio 2021 (ospitando anche alcuni eventi) e dovrebbe ottenere il via libera anche per le qualificaz­ioni ai Mondiali.

I tre arbitri del Tas (tra loro l’italiano Luigi Fumagalli) hanno messo le mani avanti: «Le sanzioni imposte non sono ampie come richiesto dalla Wada. Ciò non va letto come convalida della condotta dell’agenzia antidoping sovietica o delle autorità russe: il Panel è limitato dai poteri conferiti dalla legge e ha considerat­o la necessità di incoraggia­re la prossima generazion­e di atleti russi a partecipar­e a uno sport internazio­nale pulito».

Molto meno diplomatic­o Travis Tygart, l’investigat­ore che inchiodò Lance Armstrong alle sue colpe. «Decisione devastante — spiega l’attuale numero 1 dell’agenzia antidoping americana — a conclusion­e di un sordido affare di doping sponsorizz­ato dallo stato russo che dura da quasi un decennio. Un colpo catastrofi­co all’integrità dello sport e dello stato di diritto manipolato dal Cio. Questa decisione offre ai membri del Cio russi un trattament­o speciale e li esonera da qualsiasi conseguenz­a per le loro cattive azioni». Il rischio concreto è che l’antidoping americano — già reso indipenden­te da una legge di recente approvazio­ne — si sganci da quello internazio­nale.

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La Russia ai Giochi di Pyeongchan­g, anche allora senza la bandiera nazionale
(Ap) Sfilata La Russia ai Giochi di Pyeongchan­g, anche allora senza la bandiera nazionale

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