La Bce critica Roma «Il cashback misura sproporzionata»
Lettera di Mersch a Gualtieri: dovevate consultarci prima. Replica dal Mef: rilievi formali e infondati
Il cashback è «una misura sproporzionata». La Bce critica il governo sul provvedimento. Lettera al ministro dell’Economia Roberto Gualtieri: «È un obbligo consultarci».
Una misura sproporzionata. Con questo aggettivo la Bce bolla il provvedimento del cashback, varato dal governo italiano e già operativo dallo scorso 8 dicembre. In una lettera indirizzata al ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, a firma di Yves Mersch, membro del board della Banca centrale europea, vengono elencati i rilievi sulla scelta dell’esecutivo Conte di incentivare l’utilizzo di pagamenti digitali, garantendo un rimborso di 150 euro per le spese effettuate nel mese di dicembre e di 300 euro per quelle nell’arco del 2021. Il tono della lettera è riassumibile nel passaggio conclusivo di Mersch: «La Bce apprezzerebbe che le autorità italiane tenessero in debita considerazione i rilievi che precedono, adempiendo in futuro al proprio obbligo di consultare la Bce». Un tono che alimenta una secca replica del ministero dell’Economia per ribadire che la lettera «non desta né preoccupazione né ripensamenti rispetto all’iniziativa del Governo». Da Via XX Settembre
viene specificato che le argomentazioni di Mersch «hanno un carattere puramente formale (circa l’opportunità di consultare la Bce sul provvedimento) e sono per loro natura non vincolanti». Ma la missiva, oltre a lamentare che il governo Conte avrebbe dovuto consultare la Bce, cataloga l’operazione come una sorta di fuga in avanti, adottata senza un confronto su una decisione che ricade sotto il Trattato Ue. In particolare all’interno di quel «Sistema europeo di banche centrali (Sebc) tenuto ad agire conformemente al principio di un’economia di mercato aperta e in libera concorrenza. Il Sebc — rammenta la lettera — ha il compito fondamentale di promuovere il regolare funzionamento dei sistemi di pagamento». Alle riserve sulla legittimità del cashback Mersch aggiunge la perplessità sull’efficacia, in chiave anti evasione, di un provvedimento che, tra l’altro, ha richiesto lo stanziamento di 1,7 miliardi di euro. La lettera, pur riconoscendo che i pagamenti elettronici rispondono allo scopo di ridurre l’evasione, contesta che «dovrebbe sussistere una chiara prova che il cashback consenta, di fatto, di conseguire la finalità pubblica della lotta all’evasione fiscale». Un quadro complessivo che spinge la Bce a ritenere «l’introduzione di un programma cashback sproporzionato alla luce del potenziale effetto negativo che tale meccanismo potrebbe avere sul sistema di pagamento in contanti e in quanto compromette l’obiettivo di un approccio neutrale nei confronti dei vari mezzi di pagamento disponibili». Critica seguita dalla considerazione che «la possibilità di pagare in contanti rimane particolarmente importante per taluni gruppi sociali che, per varie legittime ragioni, preferiscono utilizzare il contante».
Argomenti respinti dal ministero di Gualtieri, che cataloga le posizioni del «dottor Mersch» come espressione di «una corrente d’opinione tradizionale, sempre meno rilevante all’interno della Bce. I rilievi formali di Mersch non appaiono peraltro fondati, in quanto come noto il cashback italiano non limita minimamente l’utilizzo del contante né penalizza chi lo usa».