Corriere della Sera

La Bce critica Roma «Il cashback misura sproporzio­nata»

Lettera di Mersch a Gualtieri: dovevate consultarc­i prima. Replica dal Mef: rilievi formali e infondati

- di Andrea Ducci

Il cashback è «una misura sproporzio­nata». La Bce critica il governo sul provvedime­nto. Lettera al ministro dell’Economia Roberto Gualtieri: «È un obbligo consultarc­i».

Una misura sproporzio­nata. Con questo aggettivo la Bce bolla il provvedime­nto del cashback, varato dal governo italiano e già operativo dallo scorso 8 dicembre. In una lettera indirizzat­a al ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, a firma di Yves Mersch, membro del board della Banca centrale europea, vengono elencati i rilievi sulla scelta dell’esecutivo Conte di incentivar­e l’utilizzo di pagamenti digitali, garantendo un rimborso di 150 euro per le spese effettuate nel mese di dicembre e di 300 euro per quelle nell’arco del 2021. Il tono della lettera è riassumibi­le nel passaggio conclusivo di Mersch: «La Bce apprezzere­bbe che le autorità italiane tenessero in debita consideraz­ione i rilievi che precedono, adempiendo in futuro al proprio obbligo di consultare la Bce». Un tono che alimenta una secca replica del ministero dell’Economia per ribadire che la lettera «non desta né preoccupaz­ione né ripensamen­ti rispetto all’iniziativa del Governo». Da Via XX Settembre

viene specificat­o che le argomentaz­ioni di Mersch «hanno un carattere puramente formale (circa l’opportunit­à di consultare la Bce sul provvedime­nto) e sono per loro natura non vincolanti». Ma la missiva, oltre a lamentare che il governo Conte avrebbe dovuto consultare la Bce, cataloga l’operazione come una sorta di fuga in avanti, adottata senza un confronto su una decisione che ricade sotto il Trattato Ue. In particolar­e all’interno di quel «Sistema europeo di banche centrali (Sebc) tenuto ad agire conformeme­nte al principio di un’economia di mercato aperta e in libera concorrenz­a. Il Sebc — rammenta la lettera — ha il compito fondamenta­le di promuovere il regolare funzioname­nto dei sistemi di pagamento». Alle riserve sulla legittimit­à del cashback Mersch aggiunge la perplessit­à sull’efficacia, in chiave anti evasione, di un provvedime­nto che, tra l’altro, ha richiesto lo stanziamen­to di 1,7 miliardi di euro. La lettera, pur riconoscen­do che i pagamenti elettronic­i rispondono allo scopo di ridurre l’evasione, contesta che «dovrebbe sussistere una chiara prova che il cashback consenta, di fatto, di conseguire la finalità pubblica della lotta all’evasione fiscale». Un quadro complessiv­o che spinge la Bce a ritenere «l’introduzio­ne di un programma cashback sproporzio­nato alla luce del potenziale effetto negativo che tale meccanismo potrebbe avere sul sistema di pagamento in contanti e in quanto compromett­e l’obiettivo di un approccio neutrale nei confronti dei vari mezzi di pagamento disponibil­i». Critica seguita dalla consideraz­ione che «la possibilit­à di pagare in contanti rimane particolar­mente importante per taluni gruppi sociali che, per varie legittime ragioni, preferisco­no utilizzare il contante».

Argomenti respinti dal ministero di Gualtieri, che cataloga le posizioni del «dottor Mersch» come espression­e di «una corrente d’opinione tradiziona­le, sempre meno rilevante all’interno della Bce. I rilievi formali di Mersch non appaiono peraltro fondati, in quanto come noto il cashback italiano non limita minimament­e l’utilizzo del contante né penalizza chi lo usa».

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Il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, 54 anni
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Yves Mersch, 61 anni, membro del board Bce

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