L’indice Rt torna a salire: è a 0,86 Lazio, Liguria e Veneto a rischio alto Parametri
Un indice — quello Rt di trasmissione di contagio — che smette di andare in giù, con un’inversione di tendenza pericolosa, tre Regioni (Lazio, Liguria e Veneto) classificate a rischio alto e 13 a rischio moderato, con 15 che continuano a superare il limite di sicurezza del 30 per cento di posti letto nelle terapie intensive. Un quadro poco promettente quello che emerge dai dati del monitoraggio regionale settimanale, cornice nella quale si inseriscono i nuovi provvedimenti restrittivi decisi in vista delle festività. È quello che il presidente dell’Istituto superiore di sanità Silvio Brusaferro chiama «Natale Covid o Capodanno Covid, come preferite».
Si preferirebbe chiamarlo in altro modo, ma i professori durante la conferenza stampa sono chiari: «In questo periodo
● Per valutare quali regioni necessitano di misure specifiche, l’Iss ricorre a 21 parametri tra i quali: l’indice Rt; il numero di casi, nuovi focolai e ricoveri; l’occupazione di posti letto negli ospedali e nelle terapie intensive; il monitoraggio nelle Rsa; la percentuale di tamponi positivi di festa tradizionalmente si assiste a due fenomeni: grande mobilità e grandi aggregazioni». Raggiungere la famiglia e festeggiare, insomma, due gesti che quest’anno sono pericolosi, perché è vero che i dati sono migliorati nelle ultime settimane, ma negli ultimi giorni la decrescita non è stata così felice, visto che si è molto rallentata.
I dati quotidiani di ieri sono sostanzialmente stabili rispetto al giorno prima. C’è qualche contagio in meno (17.992 casi diagnosticati, contro i 18.236 del giorno prima) con qualche tampone in meno (179.800 contro i 185.320 di giovedì). Il tasso di positività sale di poco: è del 10% (contro il 9,9). I decessi sono 674 (contro 683). Il Veneto registra il maggior numero di casi (+4.211 positivi) e di vittime (+107 decessi). L’occupazione
dei posti letto nei reparti Covid e nelle terapie intensive continua a diminuire, ma in 15 regioni viene superato il limite di sicurezza del 30%. Da rilevare anche che, come spiega uno studio Anaao Assomed, nei reparti di terapia intensiva mancano ben 3.101 anestesisti.
Ma è dal report dell’Iss che arrivano le notizie peggiori. Perché l’Rt cresce dallo 0,82 allo 0,86, come spiega Gianni Rezza, del ministero della Salute. Ci sono tre regioni che superano l’1 e hanno una trasmissibilità compatibile con uno scenario di tipo 2: Lazio (1,04), Lombardia (1,02), Veneto (1,08. Superano l’1 anche Molise e provincia di Trento). Sono ritenute a rischio alto — considerando anche l’impatto sul sistema sanitario — Lazio, Liguria e Veneto.
Altro dato preoccupante, quello sull’incidenza dei casi in sette giorni per 100 mila abitanti: ora è a 166,12, mentre la soglia di sicurezza è sotto 50. Il risultato della lettura di questi dati è sintetizzato da Brusaferro: «Normalmente il primo segnale negativo è la crescita dell’Rt. Segue un aumento dei nuovi casi, poi dei ricoveri e infine i decessi. La trasmissione dell’infezione sta riprendendo quota, anche se lentamente, e questo è motivo di grave preoccupazione». E per questo si spiega che bisogna stare lontano dalle persone alle quali si vuole bene, «anche se questo è controintuitivo». Prima di chiudere, però, Campania, Toscana, Valle d’Aosta e provincia di Bolzano domani tornano in zona gialla, fino all’entrata in vigore del nuovo Dpcm.