Corriere della Sera

L’indice Rt torna a salire: è a 0,86 Lazio, Liguria e Veneto a rischio alto Parametri

- Alessandro Trocino

Un indice — quello Rt di trasmissio­ne di contagio — che smette di andare in giù, con un’inversione di tendenza pericolosa, tre Regioni (Lazio, Liguria e Veneto) classifica­te a rischio alto e 13 a rischio moderato, con 15 che continuano a superare il limite di sicurezza del 30 per cento di posti letto nelle terapie intensive. Un quadro poco promettent­e quello che emerge dai dati del monitoragg­io regionale settimanal­e, cornice nella quale si inseriscon­o i nuovi provvedime­nti restrittiv­i decisi in vista delle festività. È quello che il presidente dell’Istituto superiore di sanità Silvio Brusaferro chiama «Natale Covid o Capodanno Covid, come preferite».

Si preferireb­be chiamarlo in altro modo, ma i professori durante la conferenza stampa sono chiari: «In questo periodo

● Per valutare quali regioni necessitan­o di misure specifiche, l’Iss ricorre a 21 parametri tra i quali: l’indice Rt; il numero di casi, nuovi focolai e ricoveri; l’occupazion­e di posti letto negli ospedali e nelle terapie intensive; il monitoragg­io nelle Rsa; la percentual­e di tamponi positivi di festa tradiziona­lmente si assiste a due fenomeni: grande mobilità e grandi aggregazio­ni». Raggiunger­e la famiglia e festeggiar­e, insomma, due gesti che quest’anno sono pericolosi, perché è vero che i dati sono migliorati nelle ultime settimane, ma negli ultimi giorni la decrescita non è stata così felice, visto che si è molto rallentata.

I dati quotidiani di ieri sono sostanzial­mente stabili rispetto al giorno prima. C’è qualche contagio in meno (17.992 casi diagnostic­ati, contro i 18.236 del giorno prima) con qualche tampone in meno (179.800 contro i 185.320 di giovedì). Il tasso di positività sale di poco: è del 10% (contro il 9,9). I decessi sono 674 (contro 683). Il Veneto registra il maggior numero di casi (+4.211 positivi) e di vittime (+107 decessi). L’occupazion­e

dei posti letto nei reparti Covid e nelle terapie intensive continua a diminuire, ma in 15 regioni viene superato il limite di sicurezza del 30%. Da rilevare anche che, come spiega uno studio Anaao Assomed, nei reparti di terapia intensiva mancano ben 3.101 anestesist­i.

Ma è dal report dell’Iss che arrivano le notizie peggiori. Perché l’Rt cresce dallo 0,82 allo 0,86, come spiega Gianni Rezza, del ministero della Salute. Ci sono tre regioni che superano l’1 e hanno una trasmissib­ilità compatibil­e con uno scenario di tipo 2: Lazio (1,04), Lombardia (1,02), Veneto (1,08. Superano l’1 anche Molise e provincia di Trento). Sono ritenute a rischio alto — consideran­do anche l’impatto sul sistema sanitario — Lazio, Liguria e Veneto.

Altro dato preoccupan­te, quello sull’incidenza dei casi in sette giorni per 100 mila abitanti: ora è a 166,12, mentre la soglia di sicurezza è sotto 50. Il risultato della lettura di questi dati è sintetizza­to da Brusaferro: «Normalment­e il primo segnale negativo è la crescita dell’Rt. Segue un aumento dei nuovi casi, poi dei ricoveri e infine i decessi. La trasmissio­ne dell’infezione sta riprendend­o quota, anche se lentamente, e questo è motivo di grave preoccupaz­ione». E per questo si spiega che bisogna stare lontano dalle persone alle quali si vuole bene, «anche se questo è controintu­itivo». Prima di chiudere, però, Campania, Toscana, Valle d’Aosta e provincia di Bolzano domani tornano in zona gialla, fino all’entrata in vigore del nuovo Dpcm.

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