È Giancarlo Coraggio il presidente della Consulta
Giancarlo Coraggio è il nuovo presidente della Corte Costituzionale. Ad affiancarlo in veste di vicepresidente della Consulta sarà l’ex premier Giuliano Amato. La votazione di Coraggio è avvenuta all’unanimità e il neo presidente resterà in carica fino al 28 gennaio del 2022. «Sono un po’ emozionato, non lo nascondo. È un momento straordinario della mia vita», ha ammesso a pochi minuti dall’elezione. Nato a Napoli nel 1940, il nuovo presidente della Consulta è stato nominato giudice costituzionale nel 2012 arrivando dal Consiglio di Stato, di cui era presidente. Coraggio ha rivestito in magistratura molteplici ruoli, iniziando come giudice ordinario, poi come sostituto procuratore generale della Corte dei Conti, fino al 1973, successivamente come consigliere di Stato, passando per la presidenza del Tar Marche e di quello della Campania e, infine, approdando nel 2012 al vertice di Palazzo Spada. Nella conferenza
stampa, successiva alla nomina, Coraggio ha toccato temi di stretta attualità. A cominciare dalla conflittualità tra Stato e Regioni, un rapporto complicato dall’emergenza sanitaria. «È un problema, non possiamo negarlo. La riforma del Titolo V, apprezzabile per moltissimi aspetti, ha lasciato delle questioni. Uno degli strumenti cardine per la soluzione di questo problema è la leale collaborazione. Nel momento emergenziale questo meccanismo della collaborazione fatica a rendersi operativo». Un’altra questione su cui Coraggio ha espresso un’indicazione è quella dei vaccini. «Imporre l’obbligo di un vaccino è una possibilità già riconosciuta dalla Corte», ha spiegato. Il neo presidente della Consulta ha poi fornito una lettura alla modalità di approvazione delle ultime leggi di Bilancio, varate «comprimendo» le prerogative del Parlamento. Strumenti come la fiducia e i maxi emendamenti alla manovra sono una «soluzione all’italiana». Ma, constata Coraggio, «questo modo di procedere non ha una sua consacrazione formale».