Corriere della Sera

COSTITUZIO­NE «VERDE», IL PIGRO CINISMO CHE SI OPPONE A MACRON

- di Stefano Montefiori

«Un colpo di spada nell’acqua» è l’espression­e francese che sta a indicare un’azione molto appariscen­te priva di risultato pratico. E così viene definita da molti la proposta del presidente Emmanuel Macron di riformare la Costituzio­ne per inserirvi, all’articolo 1, l’impegno della République a difendere l’ambiente. In questo modo Macron recepisce una delle richieste della Convenzion­e per il clima, l’istituzion­e composta da 150 cittadini incaricata di dare suggerimen­ti al governo per una transizion­e ecologica il più possibile condivisa. Ma questi tempi difficili non permettono di credere ai principi e alle buone intenzioni, purtroppo. Le critiche a Macron sono simili sia che arrivino dai lepenisti del Rassemblem­ent national sia dalla sinistra radicale della France insoumise: la riforma costituzio­nale, da sottoporre poi a referendum, sarebbe pura demagogia, il vecchio trucco di ricorrere a vuote dichiarazi­oni di principio per evitare di prendere misure concrete. «Tante parole e zero fatti», è l’osservazio­ne standard. A rischio di passare per ingenui, si potrebbe invece replicare che i principi sono importanti, che le Costituzio­ni di tutti i Paesi sono piene di proclami spesso disattesi, certo, ma comunque utili, perché servono a dare una direzione, a fissare un’ambizione, un traguardo. Il paradosso poi è che la Convenzion­e per il clima e la proposta di riformare la Costituzio­ne nascono dopo la rivolta dei gilet gialli, che ebbe come scintilla la decisione del governo di aumentare il prezzo del diesel per finanziare in parte il passaggio a forme di energia meno inquinanti. Quando Macron prende misure pratiche e poco concertate, come nel caso del diesel, quasi scoppia la rivoluzion­e; quando fa mea culpa e accoglie una proposta di principio venuta da 150 cittadini, viene accusato di ipocrisia e falso idealismo. Certo, il governo francese non è immune da contraddiz­ioni in tema ambientale e la sua azione va monitorata e criticata quando è il caso. Ma la sfiducia pregiudizi­ale sembra un segno di facile e pigro cinismo.

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