Corriere della Sera

«Ferrari da 4»

- Daniele Sparisci

Leclerc

È già un leader, è cresciuto Ma deve essere meno irruento

Sainz

È giovane ma esperto E ci porta le conoscenze preziose di altri team

Vettel

Non ha fatto meno punti perché sapeva che sarebbe andato via

Binotto e la stagione peggiore da 40 anni «Nel 2021 da podio, con Crozza ho riso» La nuova macchina si chiamerà SF21

La sala «Montreal» è spoglia: un albero di Natale, un tavolo, tre Cavallini. Dietro alla vetrata gente davanti al computer. Sembra l’ufficio di una banca. Niente museo con le coppe, niente brindisi o tortellini — riti cancellati dal Covid —, la scenografi­a del tradiziona­le bilancio di fine anno della Ferrari (in videocolle­gamento) è minimalist­a.

In linea con il campionato appena concluso, il peggiore da 40 anni. «Da quattro in pagella. La mia colpa è stata non dare una sterzata prima: dovevamo cambiare organizzaz­ione subito». Ci mette la faccia, come sempre, Mattia Binotto. Non è più il momento di «capire i dati» — «le imitazioni di Maurizio Crozza ci hanno aiutato a sdrammatiz­zare: ho riso» —, ma del rilancio. Concreto. «Il mio tempo a Maranello non è infinito, dipende dai risultati: l’obiettivo è arrivare almeno terzi fra i costruttor­i». Con le dimissioni di Louis Camilleri, il team principal ha perso un riferiment­o, il pallino ora è nelle mani di John Elkann che sceglierà il successore. Raccontano che qualche giorno fa il presidente abbia strigliato la Gestione sportiva, usando parole molto dure. Il clima è pesante, la pressione alta, e quello che verrà sarà l’ennesimo anno di transizion­e.

Si scende in pista non per il Mondiale, ma per il podio, si mettono le mani avanti, con onestà almeno: «Sarebbe irrealisti­co pensare di poter recuperare il gap con i migliori — aggiunge Binotto — in un lasso di tempo così breve e con le regole bloccate». Il telaio è congelato, l’uso della galleria del vento limitato del 60% «però avremo un motore completame­nte nuovo, di cui siamo soddisfatt­i, e un’aerodinami­ca rivista. Non ci possiamo permettere un altro 2020 e reagiremo, perché questa è la stessa squadra che in passato ha dimostrato di stare in alto, e la rinforzere­mo anche in vista della svolta regolament­are del 2022 dove saremo certamente competivi». Il problema è che gli avversari crescono, la Red Bull ieri ha ufficializ­zato Sergio Perez al posto dello scialbo Albon. Ma non è il fronte piloti a preoccupar­e.

Carlos Sainz, in maglietta rossa, al battesimo ferrarista: scherza con Charles Leclerc. «Sangue fresco — dice Binotto —, dal 1968 non c’era una coppia così giovane, ma loro sono esperti. Carlos ci porta metodologi­e di altri team. Charles è già un leader, ma deve essere meno irruento». Lo spagnolo non arriva con la patente di seconda guida, la gestione sarà delicata: «Liberi di lottare, poi vedremo chi sarà davanti» promette Binotto. Carlito si scusa per l’italiano non perfetto (ma è ottimo): «Già mi sento a casa». Debutterà a gennaio a Fiorano sulla monoposto 2018. La nuova invece si chiamerà SF21, sarà svelata in pista prima dei collaudi di Barcellona a marzo. Un’altra scelta minimal, l’anno scorso il lancio fu a teatro con balletti e orchestra. Per poi essere suonati dal cronometro. «Umiltà» ripete spesso Binotto, ammettendo che in passato è mancata. Ne servirà tanta per risalire dopo una caduta così.

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La Ferrari è arriva sesta nella classifica costruttor­i: 0 vittorie e tre podi nel 2020 Accanto Mattia Binotto, team principal
(Getty Images) Caduta La Ferrari è arriva sesta nella classifica costruttor­i: 0 vittorie e tre podi nel 2020 Accanto Mattia Binotto, team principal
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