«Ferrari da 4»
Leclerc
È già un leader, è cresciuto Ma deve essere meno irruento
Sainz
È giovane ma esperto E ci porta le conoscenze preziose di altri team
Vettel
Non ha fatto meno punti perché sapeva che sarebbe andato via
Binotto e la stagione peggiore da 40 anni «Nel 2021 da podio, con Crozza ho riso» La nuova macchina si chiamerà SF21
La sala «Montreal» è spoglia: un albero di Natale, un tavolo, tre Cavallini. Dietro alla vetrata gente davanti al computer. Sembra l’ufficio di una banca. Niente museo con le coppe, niente brindisi o tortellini — riti cancellati dal Covid —, la scenografia del tradizionale bilancio di fine anno della Ferrari (in videocollegamento) è minimalista.
In linea con il campionato appena concluso, il peggiore da 40 anni. «Da quattro in pagella. La mia colpa è stata non dare una sterzata prima: dovevamo cambiare organizzazione subito». Ci mette la faccia, come sempre, Mattia Binotto. Non è più il momento di «capire i dati» — «le imitazioni di Maurizio Crozza ci hanno aiutato a sdrammatizzare: ho riso» —, ma del rilancio. Concreto. «Il mio tempo a Maranello non è infinito, dipende dai risultati: l’obiettivo è arrivare almeno terzi fra i costruttori». Con le dimissioni di Louis Camilleri, il team principal ha perso un riferimento, il pallino ora è nelle mani di John Elkann che sceglierà il successore. Raccontano che qualche giorno fa il presidente abbia strigliato la Gestione sportiva, usando parole molto dure. Il clima è pesante, la pressione alta, e quello che verrà sarà l’ennesimo anno di transizione.
Si scende in pista non per il Mondiale, ma per il podio, si mettono le mani avanti, con onestà almeno: «Sarebbe irrealistico pensare di poter recuperare il gap con i migliori — aggiunge Binotto — in un lasso di tempo così breve e con le regole bloccate». Il telaio è congelato, l’uso della galleria del vento limitato del 60% «però avremo un motore completamente nuovo, di cui siamo soddisfatti, e un’aerodinamica rivista. Non ci possiamo permettere un altro 2020 e reagiremo, perché questa è la stessa squadra che in passato ha dimostrato di stare in alto, e la rinforzeremo anche in vista della svolta regolamentare del 2022 dove saremo certamente competivi». Il problema è che gli avversari crescono, la Red Bull ieri ha ufficializzato Sergio Perez al posto dello scialbo Albon. Ma non è il fronte piloti a preoccupare.
Carlos Sainz, in maglietta rossa, al battesimo ferrarista: scherza con Charles Leclerc. «Sangue fresco — dice Binotto —, dal 1968 non c’era una coppia così giovane, ma loro sono esperti. Carlos ci porta metodologie di altri team. Charles è già un leader, ma deve essere meno irruento». Lo spagnolo non arriva con la patente di seconda guida, la gestione sarà delicata: «Liberi di lottare, poi vedremo chi sarà davanti» promette Binotto. Carlito si scusa per l’italiano non perfetto (ma è ottimo): «Già mi sento a casa». Debutterà a gennaio a Fiorano sulla monoposto 2018. La nuova invece si chiamerà SF21, sarà svelata in pista prima dei collaudi di Barcellona a marzo. Un’altra scelta minimal, l’anno scorso il lancio fu a teatro con balletti e orchestra. Per poi essere suonati dal cronometro. «Umiltà» ripete spesso Binotto, ammettendo che in passato è mancata. Ne servirà tanta per risalire dopo una caduta così.