Corriere della Sera

La galleria dei paradossi

- di Marco Imarisio

Con l’assoluzion­e di Virginia Raggi la galleria dei paradossi a Cinque Stelle si arricchisc­e di un nuovo, imprescind­ibile affresco, che mette bene in evidenza le contraddiz­ioni all’interno del Movimento e nell’attuale patto di governo tra Pd e M5S.

La sindaca condannata avrebbe risolto un problema. Quella assolta potrebbe crearne una valanga. Anzi, lo sta già facendo. La galleria dei paradossi a Cinque Stelle si arricchisc­e di un nuovo, imprescind­ibile affresco, che sullo sfondo mette bene in evidenza di quali contraddiz­ioni grondi l’attuale patto di governo tra Pd e M5S. Lo scorso 21 settembre Chiara Appendino, prima cittadina di Torino, ha ricevuto una pena di sei mesi per falso in atto pubblico, declinato in un illecito quasi amministra­tivo nell’intricata vicenda che la riguarda. Con la sua autosospen­sione dal Movimento e l’annuncio che non si sarebbe ricandidat­a, nella sua città si è aperta una voragine elettorale ben lontana dall’essere colmata, mentre il centrodest­ra appare già pronto alle prossime Amministra­tive, con un alfiere provenient­e dalla società civile, Paolo Damilano. Ieri, l’assoluzion­e di Virginia Raggi è stata senz’altro accolta come la buona notizia che in effetti rappresent­a. Ma i messaggi di congratula­zione erano tutti accompagna­ti dal rumore di fondo dell’incertezza che questa sentenza proietta sulla questione Roma, il più importante dei Comuni che voteranno a maggio o chissà quando. La prima a saperlo è proprio Raggi, che ha festeggiat­o bastonando l’ala cosiddetta governista di M5S, in assenza di prove contrarie maggiorita­rie. La sindaca aveva già giocato d’anticipo, dicendosi pronta a un bis che il Pd non può in alcun modo avallare, perché dopo cinque anni di opposizion­e durissima, pare che ci sia un limite persino a ciò che un elettore democratic­o di Roma riesce a sopportare. Non se ne esce, e lei non uscirà di scena. Con il suo profilo più di sinistra, forse Appendino avrebbe potuto essere una soluzione di sintesi per Torino. Senza una fedina penale immacolata, le tavole della legge pentastell­ata non lo consentono. La sindaca di Roma conclude invece la sua vicenda giudiziari­a bianca come un giglio. Ma da ieri, la sua presenza rappresent­a una contraddiz­ione insormonta­bile all’interno di M5S. Per il Movimento e per il governo, Virginia Raggi è ormai un convitato di pietra, tutt’altro che silente.

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