L’esodo «tranquillo» da Milano verso il Sud
Sui treni partenze programmate e posti dimezzati. Ma c’è la coda per l’ingresso in autostrada
Manca un’ora all’alba e il tram numero 9 che collega Porta Genova alla Stazione Centrale di Milano è popolato più da senzatetto infreddoliti che da passeggeri in fuga dal Nord nebbioso, umido — e presto sigillato — verso i luoghi natii.
Il treno delle 7 e 10 per Bari partirà al gran completo ma soltanto per quanto concerne la disponibilità di biglietti, perché, come tutte le Frecce di Trenitalia, viaggia a capienza dimezzata. Posti esauriti fino alle 12 e 35 o al pomeriggio, quando chi decide all’ultimo momento di raggiungere la Puglia potrà farlo a un prezzo oscillante tra i 126 e i 193 euro, per la sola andata. Se è veloce e ha fortuna.
Il primo convoglio della giornata per Salerno è già par— tito, ma c’è ancora qualche posto in business, a 162 euro, sul Frecciarossa delle 8 e 10. Nicola, 54 anni, posa a terra panettone, borsa a mano e sacchetto rosa di Victoria's Secrets, deciso a concludere l’affare allo sportello automatico: «Sì, so che sarebbe meglio non spostarsi di questi tempi, ma devo andare da mia madre — si giustifica con aria vagamente colpevole —. Ha 91 anni e non posso lasciarla sola». Il pensierino da Victoria's Secrets sarà per lei?
È Roma invece la prima destinazione di Antonio, 28 anni, munito di un trolley extralarge e un posto acquistato per tempo su Italo. Ma la meta finale è in Sicilia: «Nessuna fuga dal lockdown. Il mio è un viaggio di sola andata. Sono senza lavoro da maggio, il ristorante che mi ha assunto l’anno scorso ha ridotto gli organici. Ora torno dai miei».
La Centrale ha visto weekend prenatalizi più affollati e caotici di quest’ultimo sabato prima del «fermi tutti dove siete». Poca attesa alle biglietterie, dove c’è comunque chi tenta di anticipare la partenza di 48 ore: «A dire il vero, io potrei aspettare il 24 non drammatizza se non ci riuscirà Raffaella —, tanto ho la residenza a Napoli».
Abbandonare Milano anzitempo, se non è impossibile, è costoso: l’allarme Covid ha sforbiciato l’orario ferroviario. Circolano meno di un terzo delle Frecce, 90 su 300 e, come Italo, con una media di 250/280 passeggeri a convoglio. Non sorprende dunque che ieri mattina alla barriera di Melegnano si sia formata una coda di 9 chilometri per l’ingresso in autostrada, via alternativa per il Sud. Ma non per le isole: rispetto allo scorso weekend, Alitalia ha registrato tra ieri e oggi l’87% di passeggeri in più. L’operatività dei voli però è stata ridotta di un quinto rispetto al periodo pre Covid e ciò spiega la relativa tranquillità degli aeroporti: il Malpensa Express delle 6.55 di ieri, per esempio, era pieno solo a metà.
Se stazioni e aeroporti sono tranquilli, l’opposizione non lo è. Marco Silvestroni, deputato di Fratelli d’Italia e capogruppo in commissione Trasporti, chiede al governo di aumentare i convogli «per consentire agli italiani di spostarsi in sicurezza sul territorio nazionale. Se non si tutela neanche questa libertà, significa che siamo diventati peggio di una vecchia dittatura comunista». Mentre il senatore della Lega Roberto Calderoli invoca l’intervento del presidente Mattarella per ripristinare l’ordine costituzionale, «l’inviolabilità del domicilio e il diritto dei cittadini di riunirsi pacificamente».