Il senso dell’Unione Europea: solidarietà nei momenti più bui
Èstato già osservato che l’epidemia ha avuto il merito di rendere i membri dell’Unione Europea molto più solidali. I Ventisette hanno compreso che il ritorno alla normalità dell’economia, in un continente azzoppato, richiedeva uno sforzo collettivo e hanno creato un fondo composto da 750 miliardi di euro. Per raccogliere una tale somma gli uffici finanziari della Ue emetteranno obbligazioni di cui tutti i membri saranno proporzionalmente responsabili. Stiamo creando un debito comune che dovrà essere ripagato con tasse comuni: un passo decisivo verso la creazione di uno Stato europeo. Questo successo ci sta permettendo di fare altri progressi verso l’integrazione dell’Unione e ha conferito un tono fortemente europeo ad altri tre negoziati che ci concernono. Il primo è quello destinato a definire le regole commerciali dei rapporti fra l’Unione e la Gran Bretagna dopo il referendum sulla Brexit. Il problema in discussione è quello delle condizioni che permetteranno al Regno Unito, dopo la fine dell’anno, di continuare a godere dei vantaggi previsti dal Mercato unico. In altri tempi Londra avrebbe approfittato dei suoi rapporti bilaterali con i singoli membri dell’Unione per dividere la famiglia europea e strappare condizioni più vantaggiose. Oggi deve trattare con un solo negoziatore, Michel Barnier, un uomo di Stato francese che ha lasciato la politica nazionale per dedicarsi all’Ue. È stato commissario con diversi incarichi e ha dato prova, nelle sue trattative con il Regno Unito, di una lodevole fermezza. Un altro negoziato è quello che ha impegnato Angela Merkel, con due membri dell’Ue (Polonia e Ungheria) che erano stati sanzionati dalla Commissione per avere approvato leggi illiberali contro i loro sistemi giudiziari e avevano reagito impedendo con un veto l’approvazione del bilancio dell’Ue. La cancelliera li ha persuasi a fare un passo indietro per almeno due anni con grande soddisfazione di tutti i membri dell’Unione. Avremmo preferito che la cancelliera tedesca adottasse in questo caso un maggiore rigore. Ma le argomentazioni di Sabino Cassese sul Corriere del 17 dicembre sono sagge e convincenti. Un’ultima trattativa europea è quella di Ursula von der Leyen, presidente della Commissione, con le aziende sanitarie. Vuole che la battaglia contro l’epidemia sia una manifestazione collettiva di solidarietà; e se il progetto per «il giorno della vaccinazione» verrà realizzato, avremo dimostrato che il coronavirus è un nemico di tutti gli europei e non può essere combattuto in ordine sparso. Nel corso di questi ultimi tempi gli europei hanno sempre più frequentemente dimostrato di avere gli stessi interessi. Un grande antenato di Churchill usava dire che l’interesse non mente mai. Aggiungo che la retorica di molti politici, invece, non smette mai di mentire.