«Con la spinta di Iccrea ai territori più forza al Credito cooperativo»
Per capire cosa ha rappresentato in Italia la cooperazione e in particolare il Credito cooperativo val la pena di soffermarsi sulla storia di Mauro Pastore. «Sono figlio di un cooperatore» dice di sé il direttore generale di Iccrea Banca,
«Proprio a una di quelle filiali della rete, che un anno e mezzo fa ho lasciato a quota 190 sportelli, mio padre si è rivolto per diventare imprenditore. Partiva da zero. La cassa rurale, allora si chiamava così, ha creduto in lui e l’ha sostenuto nel tempo. Un fatto importante che in casa, da bambino, respiravo. Si avvertiva questo supporto nella nostra e in tante altre famiglie di cooperatori. Quando ci sono arrivato da adulto, e da dirigente, ho realizzato il senso e capito l’importanza della banca di prossimità. E me ne sono innamorato».
Non sempre le banche del territorio, nel nostro Paese, sono state fedeli ai propri soci, correntisti, investitori.
«Non minimizziamo di certo vicende passate non in linea con lo spirito cooperativo e di inclusione che ci identifica. Oltre tutto nulla hanno a che fare con il tema della banca inteso come soggetto attivo con una responsabilità sociale forte, un vero e proprio presidio, che trova nel territorio stesso la propria forza».
Il ministero dell’Economia con un provvedimento che entra in vigore a fine mese alza lo standing di onorabilità e competenza dei banchieri.
«Una misura che conferma come il modello della banca come luogo di fiducia e opportunità per i cittadini e le imprese non sia solo un arnese del passato, ma una realtà adattabile nella crisi e un motore della crescita per il futuro. E che continuerà a essere nell’era delle nuove tecnologie un punto di riferimento».
La Bce e la Commissione europea sono preoccupate per la crescita dei crediti in sofferenza in Europa.
«La preoccupazione deriva dal fatto che, a livello generale, l’emergenza ci spinge a occuparci dei sintomi e non della causa della malattia. Il credito anomalo rende meno libero il capitale delle banche. Le cosiddette bad bank sono una soluzione per alleggerire queste zavorre. Ma ogni Paese dovrebbe poi stabilire, in base alla propria strategia e alla propria politica industriale, fin dove si spinga quello che chiamiamo il “credito meritevole”. E fare in modo che le banche sappiano individuare le iniziative che generino crescita e produttività».
Qual è la priorità del nostro Paese?
«La produttività alla quale stavo accennando. È la dinamica da liberare pensando alla
Una rete che raccoglie sfide complesse come tassi bassi, incertezza, e rivoluzione fintech
Al fianco delle Bcc
ricostruzione, anche dei posti di lavoro. E alla riduzione del debito pubblico».
Il processo di aggregazione delle Bcc, con l’avvio del Gruppo Bancario Cooperativo Iccrea — uno dei due gruppi cooperativi in Italia — non è stato rapido nè privo di difficoltà. Che bilancio ne può fare a 18 mesi dall’inizio del suo mandato?
«Di grande soddisfazione. Oggi siano un gruppo da 168,5 miliardi di attivo e più di 10 miliardi di patrimonio netto. Abbiamo costruito un modello di “aggregazione di intelligenze” che è molto più della somma delle sue banche».
Cosa intende dire?
«La rete delle Banche di Credito Cooperativo, oggi, è in grado di raccogliere meglio sfide complesse come quelle poste dai tassi negativi, dall’incertezza globale e dalla rivoluzione del fintech. Possiamo offrire anche alle piccole aziende dei nostri territori prodotti e servizi di altissima qualità».
«C’è molto potenziale. Sia la domanda sia l’offerta assicurativa sono ancora in larga parte sottostimate. E’ una delle fragilità che disvela l’arretratezza della cultura finanziaria in Italia. Tendiamo ad assicurarci solo dopo gli eventi negativi, che accadono a noi o a persone che conosciamo. Mentre dovremmo valutare per tempo il rischio e pianificare una copertura finanziaria che contribuisca alla nostra serenità. Ci costerebbe meno, spenderemmo molto meno di premi. Lo sa che se, le faccio un esempio, tutti ci assicurassimo contro il terremoto, il premio costerebbe la metà dei livelli attuali?».
Ci dia un consiglio: la pensione ai figli va costruita da quando sono piccoli?
«Alla pensione bisogna pensarci il prima possibile».