Corriere della Sera

Cara Italia, copia il made in Italy

Per resistere bisogna essere aperti e competitiv­i: lo insegna la manifattur­a che funziona Su «L’Economia» in edicola domani gratis con il «Corriere»

- L’Economia Corriere della Sera Alessandra Puato

Ha resistito. A dispetto dei primi timori, il made in Italy innovativo è riuscito a restare a galla nella tempesta Covid (finora). È un modello che va copiato da tutto il Paese, suggerisce Ferruccio de Bortoli che sull’Economia del Corriere della Sera, in edicola lunedì gratis con il quotidiano, cerca i punti di forza delle imprese in Italia. «L’industria manifattur­iera più aperta e competitiv­a ha reagito meglio del previsto alla crisi economica innestata dal virus — scrive de Bortoli —. E, soprattutt­o, meglio di quella di altri Paesi».

Mister Cashback e il Paese digitale. Angela Merkel è la nostra persona dell’anno

Secondo l’Istat (dati a ottobre), la produzione industrial­e cala dell’1,7% su base annua ma gli ordini crescono: +1,2%. «Stupisce la straordina­ria dimostrazi­one di adattament­o delle aziende esposte alla concorrenz­a internazio­nale e costrette a riorganizz­arsi in tempi brevissimi», nota de Bortoli. E fra gli esempi di resilienza cita l’industria chimica, «all’avanguardi­a in Europa

nella produzione di plastica biodegrada­bile, la pandemia le ha fatto fare un ulteriore passo avanti».

Non tutto il male vien per nuocere, insomma. Soprattutt­o se come corollario c’è l’attenzione alla sostenibil­ità e all’ambiente. Vi fa conto A2A, per esempio: la multiutili­ty lombarda sta per lanciare la «Hydrogen Valley» nel Bresciano, è scritto sull’Economia,

e già avanza con i treni e le centrali all’idrogeno. Orientata all’equilibrio fra lavoro, territorio e ambiente è anche Gucci il cui amministra­tore delegato, Marco Bizzarri, dichiara in un’intervista al settimanal­e: «La sostenibil­ità? Va fatta oggi». Pena l’esclusione dai radar dei grandi investitor­i, come i fondi. Chiede però anche, Bizzarri — rappresent­ante di un marchio finito alla

francese Kering, rimasto con identità italiana — un sostegno di matrice pubblica alle imprese della moda. Lo aveva già fatto del resto il presidente della Camera della Moda, Carlo Capasa, che ha invocato addirittur­a l’intervento di Cdp.

Se c’è un esempio universale di Covid-resilienza, però, quello è innervato in una donna: Angela Merkel. La cancellier­a tedesca è stata eletta persona dell’anno dall’Economia, che le dedica la copertina con questa motivazion­e: «In piena pandemia ha cambiato l’Europa». È stata la più votata dai giornalist­i e commentato­ri del settimanal­e, ha battuto candidati come Jeff Bezos (Amazon), Christine Lagarde (Bce), Eric Yuan (Zoom).

Fra i personaggi della settimana c’è Andrea Munari, amministra­tore delegato di Bnl e responsabi­le di Bnp Paribas Italia. Chiede alle imprese di fare la propria parte per superare, appunto, il divario di genere. Tradotto: più donne ai vertici. Mentre in un altro pezzo della Francia, quello dell’industria multimedia­le, il bretone Vincent Bolloré (Vivendi) sembra essersi messo in pausa nella battaglia a Mediaset. Che dunque prende fiato e allunga il passo sull’Europa. Intanto Giuseppe Virgone, il signor PagoPa (è ceo della società che gestisce l’app Io), promette di digitalizz­are l’Italia con il cashback.

Che serve a questo, dice, far dialogare i cittadini online con lo Stato, più che a ridar soldi a chi li spende. Ma siccome il futuro resta un’incognita, nella sezione Risparmio trovate i consigli per guadagnare con azioni e bond.

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