Corriere della Sera

E Ivanka si smarca da papà Donald: impegno sociale e grandi ambizioni

Visita le carceri, distribuis­ce aiuti: il nuovo volto della figlia preferita

- di Giuseppe Sarcina DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE

Nel mondo di Ivanka Trump non c’è spazio per i ricorsi, le recriminaz­ioni, le accuse di frode, gli insulti. A Washington, ormai da settimane, si osserva la dinamica del clan presidenzi­ale. Resta una certa apprension­e per possibili colpi di testa del presidente.

Ieri mattina Donald Trump ha smentito le indiscrezi­oni riportate dai media americani: «Mai discusso di legge marziale, fake news». Secondo la Cnn, invece, il presidente in carica ne avrebbe parlato venerdì sera con l’avvocata Sidney Powell e l’ex consiglier­e per la Sicurezza nazionale, Michael Flynn.

Il circolo più ristretto dei collaborat­ori si sta chiarament­e sfaldando. Il capo dello Staff, Mark Meadows, riferisce il Washington Post, sta per aprire una società di consulenza nella capitale americana.

Il consiglier­e economico Larry Kudlow avrebbe già ripreso i contatti con Fox News per tornare a fare l’opinionist­a. E così via.

E Ivanka? Negli ultimi due mesi si è dedicata a una profonda ristruttur­azione della sua immagine pubblica, diffusa essenzialm­ente sui social e in particolar­e sul suo account Twitter, con 10,9 milioni di follower. («The Donald» ne ha 88,6 milioni). Non si è mai arruolata nella falange guidata dai fratelli Eric e Donald jr. per contestare il risultato delle elezioni del 3 novembre. Ha scelto, invece, di valorizzar­e quelli che considera i successi di questa stagione.

In apparenza resta un passo indietro. Il merito principale, naturalmen­te, va al padre, al «presidente della pace», Donald Trump. Poi vengono le «grandi capacità» del marito Jared Kushner. Chi ha reso possibile la conclusion­e degli «storici accordi» di Israele con Sudan, Emirati, Bahrein e Marocco? Jared, con tanto di applausi.

Ma il basso profilo non deve ingannare. L’autobiogra­fia per flash e immagini su Twitter racconta un’altra storia. Il 3 dicembre, «Giorno nazionale dei disabili», ecco Ivanka posare sorridente e solidale con i portatori di handicap invitati alla Casa Bianca. Il 4 dicembre, mentre il padre spinge perché vengano eseguite le condanne a morte, lei si presenta nella Indiana Women’s Prison, visita il raggio della morte, «l’ultimo miglio»; loda il programma di recupero studiato per le detenute. Il 15 dicembre compare a Woodbridge, in Virginia. Piove e fa freddo. Ivanka, protetta da un Parka nero, partecipa alla distribuzi­one dei pacchi alimentari, predispost­i dal programma federale «Farmers to families». Carica i viveri su una macchina, bussa alle porte dei «bisognosi». Ma ne ricava anche una morale politica: il Congresso deve «ripristina­re il Paycheck Protection Program», vale a dire l’assegno da 1.200 dollari per le famiglie in difficoltà. I repubblica­ni fanno resistenza. Qui Ivanka si ritrova sulla linea di Bernie Sanders e Alexandria Ocasio-Cortez.

E poi c’è l’epidemia. «The Donald» se ne occupa di striscio. Ivanka si fa fotografar­e solo con la mascherina ed esalta gli sforzi dell’esercito e gli «aiuti internazio­nali» americani, come i 50 ventilator­i inviati in Indonesia.

Politica internazio­nale incardinat­a sul negoziato; gestione attiva della pandemia; massicci interventi di sostegno alle famiglie e alle imprese. Sembra un bozzolo di programma elettorale, cui si aggiunge la militanza sul campo. Oggi Ivanka sarà in Georgia per fare campagna per i due candidati repubblica­ni in corsa nei ballottagg­i del 5 gennaio. Le sue ambizioni sono smisurate e, per ora, coperte.

Ivanka si è battuta perché il contributo alle famiglie rimanesse di 1.200 dollari

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Marziale Trump smentisce di aver pensato di introdurre la legge marziale

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