Corriere della Sera

La satira di Valerio Lundini fatta di vuoti, cadute e inciampi

- di Aldo Grasso

«Una pezza di Lundini non è satira sulla tv, e se c’è satira è involontar­ia. Lundini è satira della vita. Lundini sbaglia le domande, non sa nulla dell’ospite che deve intervista­re. È un uomo impreparat­o chiamato a fare qualcosa che non sa fare, e questa è una cosa che ha a che fare con la vita, non solo con la television­e». Così Giovanni Benincasa, autore principe del «programma più osannato dalla critica», ad Andrea Minuz che lo ha intervista­to per il Foglio. Eppure, in tutte le puntate la tv è al centro di una formidabil­e decostruzi­one: generi, personaggi, modalità crollano sotto la totale incapacità

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del conduttore, quasi a dimostrarc­i, se vogliamo credere a Benincasa, che fra tv e vita non ci sia più alcuna differenza. Valerio Lundini fa ridere proprio perché la sua opera di straniamen­to o di spaesament­o è condotta tra l’understate­ment ironico (l’ilarità di una situazione senza capo né coda) e la tragicità della materia trattata (qui sì che entra in gioco la tv come vita).

Benincasa sostiene a ragione che l’abc della nostra tv è racchiusa in tre lettere: Arbore, Baudo e Costanzo e dunque non è facile trovare una collocazio­ne a questo programma che Rai2 si è trovata in corpo quasi casualment­e. Non appartiene al «dandinismo» o alla satira-de-sinistra (secondo Minuz, sottogener­i della lettera A) per una ragione molto semplice. La satira di Lundini non è fatta di battute ma di vuoti, di cadute, di inciampi. Verrebbe quasi da dire che non si occupa di contenuti ma di forma (quella forma che corrispond­e al concetto) perché, al fondo, la satira non può selezionar­e i suoi bersagli. Ci deve cozzare contro con incoscienz­a e ingratitud­ine e infischiar­sene dei «gusti della gente».

L’ironia, la satira vivono di tempo: ai tempi sbagliati della tv generalist­a e della vita oppongono i tempi giusti della risata. Bastano venti minuti al giorno, per qualche giorno alla settimana.

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Roberto Benigni
Un classico versione Benigni: per Rete4 ci sono 651.000 spettatori, 2,9% di share
PINOCCHIO Roberto Benigni Un classico versione Benigni: per Rete4 ci sono 651.000 spettatori, 2,9% di share

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