Corriere della Sera

«Niente misure per la pandemia Pagate i danni»

Depositata oggi la citazione per 100 milioni di euro Nelle ultime 24 ore 13.318 nuovi casi e 628 decessi

- Di Armando Di Landro e Mariolina Iossa

Qualsiasi danno ingiusto, doloso o colposo, va risarcito. Partendo da questo principio, i parenti delle vittime di Covid chiedono 100 milioni. E chiamano in causa la presidenza del Consiglio, il ministero della Salute e la Regione Lombardia. Già 500 firme sotto l’atto di citazione.

I parenti delle vittime del Covid aprono il fronte dei risarcimen­ti in sede civile: in più di cinquecent­o depositera­nno oggi in tribunale a Roma un atto di citazione che chiama in causa la presidenza del Consiglio dei ministri, il ministero della Salute e la Regione Lombardia solo per i suoi residenti. Ci sono intere famiglie di Bergamo, Brescia, Milano, Monza e Brianza, Como, Varese, Cremona, Lodi, ma anche di Roma, Matera, Palermo, Torino, Ravenna. Quasi tutti avevano già presentato un esposto alla Procura

della Repubblica di Bergamo, supportati dal Comitato Noi denuncerem­o. Ora passano al civile, chiedendo complessiv­amente 100 milioni di euro (suddivisi in calcoli precisi per ogni famiglia) e ispirandos­i a un principio cardine: qualsiasi danno ingiusto, doloso o colposo, va risarcito. E la colpa delle istituzion­i, secondo i parenti che hanno scelto le vie legali, sta nell’impreparaz­ione iniziale, nel presunto ritardo con cui è stato dichiarato lo stato di emergenza, nelle fasi successive in cui, sostengono, non sempre il Comitato tecnico scientific­o è stato ascoltato.

I documenti che verranno depositati sono una sfilza: dai verbali dello stesso Cts al piano pandemico del 2006 identico a quello del 2017, come indicato sul sito del ministero, lo studio del generale in pensione Pierpaolo Lunelli proprio sui piani pandemici e l’ormai noto report dei ricercator­i dell’Oms a Venezia, scomparso dal sito dell’organizzaz­ione nel giro di un giorno: parlava di gestione dell’epidemia «improvvisa­ta e caotica».

Intanto il bollettino di giornata registra un migliorame­nto per quanto riguarda i nuovi contagi, anche se il numero dei morti rimane sempre molto alto. Con 78.316 tamponi in più rispetto al bollettino di lunedì, i nuovi positivi sono 13.318 (il giorno prima 10.872), non molti di più, a conferma di un rallentame­nto costante della curva epidemica. Un’altra buona notizia arriva dal tasso di positività che dopo l’11% di domenica e il 12% di ieri è sceso all’8% in media nazionale: vuol dire che su 100 tamponi processati, 8 sono positivi.

Purtroppo torna a salire il numero delle vittime. Ieri altri 628 sono stati i morti in una sola giornata, per un totale di 69.842 deceduti dall’inizio della pandemia. È molto probabile che oggi sarà oltrepassa­ta anche la drammatica soglia dei 70 mila decessi.

Continuano a diminuire i posti occupati dai pazienti Covid sia nei reparti ordinari, dove ci sono ancora 24.948 ricoverati, 196 in meno rispetto al giorno prima, sia in terapia intensiva: 2.687 in rianimazio­ne, 44 in meno.

Se i contagi avvengono principalm­ente in famiglia e nelle occasioni di socializza­zione e assembrame­nto, sono comunque oltre 100.000 i casi di Covid avvenuti sul lavoro, e 366 i morti. I dati sono stati resi noti dall’Inail. Per la precisione sono arrivate 104.328 denunce di infortunio sul lavoro a seguito di Covid-19, il 20,9% delle denunce di infortunio complessiv­e, e il 13% dei contagiati totali nazionali. Il dato più alto è a marzo (il 27% di tutte le denunce), segue il mese di novembre (26,6%) e ottobre (20,3%) .

Quasi sette contagiati su 10 sul lavoro sono donne (il 69,4%) mentre l’età media dall’inizio dell’epidemia è di 46 anni per entrambi i sessi.

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