Corriere della Sera

Pd e Berlusconi si contendono le partite Iva

- Di Dario Di Vico

Le vittorie hanno più padri. E anche nel caso dell’approvazio­ne dell’Iscro, il nuovo ammortizza­tore sociale per le partite Iva (iscritte alla gestione separata Inps) sono almeno due le paternità più reclamate. Quella del Pd e quella di Forza Italia che si contendono così in maniera inedita un campo storicamen­te occupato dalla Lega. L’Iscro è una scelta che prefigura un welfare più inclusivo e vale di più in questa fase nella quale c’è il rischio di un conflitto tra garantiti (statali e pensionati) e non garantiti (autonomi). «Se ne parlava da anni o decenni» ha commentato salutando con favore la novità Andrea Garnero, economista del lavoro presso l’Ocse. Ma a chi si deve il merito politico di questa piccola svolta? Un peso importante, lo riconoscon­o in molti, l’ha avuto Silvio Berlusconi, che già dalla lettera al Corriere del 14 dicembre aveva posto come condizione della collaboraz­ione di Forza Italia alla legge di bilancio maggiori riconoscim­enti al lavoro autonomo (sul lato fiscale). Del resto la piccola impresa è da sempre una constituen­cy del centro destra. Poi al tempo di Giulio Tremonti ministro il rapporto tra destra e partite Iva era diventato particolar­mente visibile. I leghisti successiva­mente erano tornati a presidiare il campo con la flat tax al 15% varata dal governo gialloverd­e Conte 1 ma il provvedime­nto non aveva avuta la fortuna che il suo ideatore, Massimo Garavaglia, aveva sperato e comunque è stato modificato con l’ingresso del Pd nell’esecutivo Conte 2. Nella preparazio­ne parlamenta­re dell’Iscro stavolta però i dem si sono messi di buzzo buono e nonostante all’interno ci siano idee molto diverse su quali platee sociali privilegia­re l’emendament­o che ha innescato tutto è stato promosso proprio da una loro parlamenta­re, Chiara Gribaudo. L’iter successivo viene definito “rocamboles­co” da chi ha avuto modo di seguirlo e così prima i 5Stelle (contro l’orientamen­to iniziale del ministro Nunzia Catalfo) e poi Italia viva e Forza Italia (e solo dopo la Lega) l’hanno fatto proprio e sostenuto. E alla fine di tutto il ministro Roberto Gualtieri su Facebook ha potuto rivendicar­e il ruolo del Mef, che ha lavorato sul testo parlamenta­re e l’ha inserito nella legge di bilancio.

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