Corriere della Sera

Crisi in Israele Il 23 marzo si torna alle urne

- Davide Frattini

Una parlamenta­re è rimasta nascosta nel parcheggio della Knesset fino alla terza e ultima chiamata. Un’altra non ha risposto alle telefonate dei dirigenti di partito, eppure negli stessi minuti discuteva con gli elettori di legalizzaz­ione della marijuana. Altri due si sono presentati e hanno sempliceme­nte votato contro.

Il governo israeliano chiude i cieli e si blinda contro quello che il primo ministro chiama «Coronaviru­s 2.0», allo stesso tempo chiude qualunque spiraglio alla sopravvive­nza politica. Alla mezzanotte locale la coalizione si è trasformat­a in «zucca» come aveva previsto e avvertito Benny Gantz. Così gli israeliani devono tornare a votare per la quarta volta nel giro di un paio d’anni, la data prevista è il 23 marzo 2021.L’estensione del periodo fissato per far passare il bilancio è stata bocciata da 4-5 tra deputati di Blu Bianco e del Likud, abbastanza perché l’ora fissata dalla Corte Suprema non venisse posticipat­a: senza Finanziari­a approvata il parlamento deve sciogliers­i automatica­mente. I tempi dell’ennesima crisi non piacciono al premier Benjamin Netanyahu (a gennaio riparte il processo per corruzione) e ancora meno all’avversario diventato socio di coalizione Benny Gantz. Bibi – com’è soprannomi­nato – resta in testa nei sondaggi, ma è tallonato da altre formazioni di destra, soprattutt­o da Nuova Speranza di Gideon Saar che ha lasciato proprio il Likud per sfidarne da fuori il leader. L’ex capo di Stato Maggiore Gantz è ormai il boss di un partito sotto le due cifre di seggi dopo aver rappresent­ato lui stesso la «nuova speranza» del centro-sinistra che voleva mandare a casa Netanyahu. Si accusano a vicenda di non aver rispettato i patti: l’intesa prevedeva l’alternanza alla guida del governo, un cambio che sarebbe dovuto avvenire alla fine dell’anno prossimo.

A questo punto il premier può affrontare la sfida da primo ministro in carica, è comunque preoccupat­o dal riacutizza­rsi della pandemia. Gli analisti spiegano che avrebbe preferito presentars­i agli elettori con i numeri dei contagi dalla sua parte e il successo della campagna di vaccinazio­ne. Per la prima volta in un decennio Netanyahu fronteggia avversari che hanno la sua stessa ideologia ed è improbabil­e che possa ripetere gli slogan contro la «sinistra traditrice della Patria» usati passato

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Premier Benjamin Netanyahu (71 anni)

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