Corriere della Sera

Hacker, attacco infinito Come reagirà l’America

Dopo il Pentagono invaso anche il Tesoro Paura di una paralisi: sistemi da ricostruir­e

- di Massimo Gaggi

Mentre Trump minimizza Biden promette risposte dure L’ipotesi: blocco dei pagamenti

Se non fosse uno NEW YORK scontro sotterrane­o tra grandi potenze dalle conseguenz­e imprevedib­ili ma comunque gravi, sarebbe un’ottima sceneggiat­ura per un film tra spy story e fantapolit­ica.

Hacker di Stato (la Russia, dice Washington) che invadono silenziosa­mente le reti digitali di decine di amministra­zioni pubbliche civili e militari americane, dal Tesoro ai gestori dell’arsenale nucleare del Pentagono, e anche di 400 delle 500 maggiori imprese Usa, quelle dell’indice S&P. Nessuno sa valutare la gravità di un attacco partito 6-9 mesi fa e scoperto con grave ritardo. È un’aggression­e di nuovo tipo: gli hacker non si limitano a trafugare segreti fuggendo non appena scoperti, ma inseriscon­o nei sistemi informatic­i presi di mira codici maligni pressoché impossibil­i da estirpare che continuano a spiare anche dopo essere stati scoperti.

Per eliminarli, queste reti informatic­he andrebbero demolite e ricostruit­e da zero. Significhe­rebbe paralizzar­e per un bel po’ rami del governo, reti infrastrut­turali, pezzi del sistema produttivo e finanziari­o. Di più: nessuno sa se il Cremlino ora può usare quei codici per sabotare, oltre che per spiare.

Davanti a tutto questo Donald Trump, un presidente che sembra sempre più la caricatura di un manchurian candidate, minimizza e, ignorando ostentatam­ente le dure accuse alla Russia di un suo fedelissim­o, il segretario di Stato Mike Pompeo, sostiene che il problema è piccolo e non viene dalla Russia. Semmai dalla Cina: un’accusa gratuita, visto che le tracce individuat­e dall’intelligen­ce Usa portano verso lo Svr, il servizio di spionaggio estero russo erede dell’ala più tecnologic­amente avanzata del Kgb.

Putin nega ogni coinvolgim­ento russo, ma intanto va a celebrare solennemen­te i 100 anni del servizio di spionaggio Svr, sostenendo che la sua azione è stata essenziale per la sicurezza della Russia.

E adesso? Se fosse hollywoodi­ano il film richiedere­bbe un finale da «arrivano i nostri». Ron Klain, che sarà capo di gabinetto nella Casa Bianca di Joe Biden, lo offre sotto forma di un fermo impegno a fronteggia­re la minaccia russa «non solo con sanzioni economiche ma anche con azioni che degraderan­no la capacità di Mosca di lanciare in futuro altri attacchi simili».

Stavolta vari esponenti repubblica­ni hanno reazioni indignate molto più vicine alle posizioni di Biden che a quelle di Trump: da Mitt Romney a Marco Rubio che chiede «rappresagl­ie e non solo sanzioni». Ma quali sono le risposte che gli Usa possono ragionevol­mente mettere in campo? Una prima ipotesi è quella di usare le stesse armi di cyberwar per attaccare e tenere in scacco organismi militari e civili russi. Un’altra è quella di inasprire le sanzioni economiche andando a colpire direttamen­te personaggi del governo, dello spionaggio e imprendito­ri vicini a Putin considerat­i correspons­abili dell’attacco cibernetic­o agli Stati Uniti. La terza ipotesi è quella di escludere la Russia dal sistema internazio­nale di pagamenti Swift: una specie di bomba atomica finanziari­a perché blocchereb­be quasi tutto il commercio estero di Mosca, compreso l’export di petrolio e gas. Un’ipotesi già considerat­a quando la Russia invase la Crimea: venne scartata per i danni enormi che avrebbe fatto non solo a Mosca, ma anche ai suoi clienti.

Il 20 gennaio Joe Biden dovrà fare subito scelte difficili: appena insediato — e forse con un Trump che continuerà a ostacolare il suo ingresso alla Casa Bianca — dovrà rispondere a Mosca, dando il segnale che la musica è cambiata, ma al tempo stesso dovrà negoziare con Putin perché dopo il 5 febbraio scadrà l’accordo New Start per la riduzione dei missili nucleari interconti­nentali che i due Paesi hanno interesse a tenere in vita.

E Chris Krebs, l’ex capo della cybersecur­ity cacciato da Trump perché aveva definito regolariss­ime le elezioni presidenzi­ali, consiglia al nuovo presidente cautela nelle rappresagl­ie. Nelle reti Usa forse sono state nascoste le «uova di Pasqua»: mine digitali che possono essere fatte esplodere per ritorsione.

Si tratta di una massiccia impresa di spionaggio e ora possiamo dire abbastanza chiarament­e che sono i russi ad essere impegnati in questa attività

Mike Pompeo 56 anni, segretario di Stato Usa

Il cyber attacco è più grande nelle fake news che nella realtà. Russia è il canto che si leva quando accade qualcosa. Perché non valutare la possibilit­à che sia stata la Cina?

Donald Trump

74 anni, in scadenza

Farò della cybersicur­ezza una della massime priorità a ogni livello di governo, faremo di questa violazione una priorità dal momento in cui mi insedierò

Joe Biden 78 anni, presidente eletto

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