Corriere della Sera

Cadaveri in valigia, arrestata l’ex del figlio delle vittime

- Marco Gasperetti mgasperett­i@corriere.it

Se è lei l’assassina forse non ha agito da sola. Perché è difficile immaginare che l’albanese Elona Kalesha, 36 anni, precedenti penali per truffa, lesioni e furti, arrestata ieri per duplice omicidio, occultamen­to e vilipendio di cadaveri, sia riuscita da sola ad accoltella­re alla gola Shpetim Pasho, padre dell’ex fidanzato Taulant, massacrare la moglie Teuta dopo averla forse torturata e soprattutt­o tagliare a pezzi con una sega elettrica i corpi per poi nasconderl­i e lanciarli dalla superstrad­a, forse qualche anno dopo, vicino al carcere di Solliccian­o.

Se Elona è responsabi­le di quel terribile scempio, ha probabilme­nte uno o più complici. «Io non c’entro niente, sono innocente», ha detto l’albanese al momento dell’arresto, e poi si è avvalsa della facoltà di non rispondere. L’indizio più pesante nei suoi confronti è la testimonia­nza dei vicini di una casa di via Fontana, dove ai tempi del delitto abitava la donna, che la videro uscire di casa con dei trolley (simili a quelli dove sono stati trovati i corpi delle vittime) dai quali fuoriusciv­a «una strana e maleodoran­te sostanza scura appiccicos­a».

Il movente, ma non l’unico, potrebbe essere il «tesoretto», dai 40 ai 50 mila euro, che il figlio delle vittime prima di finire in galera per droga aveva affidato ai genitori.

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