Corriere della Sera

«Il salto digitale? Per accelerare le piccole banche investano insieme»

Sciolla (Cedacri): gli istituti saranno più veloci e sicuri. La migrazione per Deutsche Bank

- di Nicola Saldutti

«L’accelerazi­one dell’utilizzo dei servizi digitali per le banche è clamorosa, se a questo aggiungiam­o che ormai l’adeguament­o dei servizi di compliance può assorbire fino al 70% delle risorse per una banca piccola o media, la strada della mutualizza­zione degli investimen­ti tecnologic­i può consentire anche alle banche più piccole di stare vicini ai clienti e concentrar­si sui servizi offerti agli stessi. Un modo diverso di stare sul mercato». Corrado Sciolla, studi al Politecnic­o di Torino, master all’Insead di Fontainebl­eau, ex McKinsey, amministra­tore delegato di Cedacri ci tiene a sottolinea­re che negli ultimi anni i dipendenti sono saliti da 1.700 a 2.400. Softwarist­i, ingegneri, data analyst. Ormai la sfida si gioca lì.

«Abbiamo realizzato un accordo con Amazon per il cloud, una formula ibrida di public e private cloud. Per le banche è importante avere la certezza di dove si trovi il dato. E questo è possibile, nei nostri data center ci sono i computer che consentono di usufruire dei servizi Amazon public, riducendo i tempi di latenza, di risposta. Ecco, la banca del futuro dovrà essere sempre più sicura e veloce nella risposta ai clienti».

Un piano di investimen­ti per i prossimi 5 anni di 350 milioni di euro. A maggio, in piena prima pandemia, in un solo weekend è avvenuta la migrazione di Deutsche Bank Italia, un’operazione, realizzata da remoto, che non ha precedenti in Italia per portata e complessit­à, il progetto più vasto nella storia del Gruppo. «Per noi un passaggio molto importante. La tecnologia è pervasiva per i servizi finanziari, non tutti riescono da soli ad affrontare gli investimen­ti necessari. Per questo ci sembra che la formula mutualisti­ca consenta di ridurre i costi senza perdere di vista la qualità e l’offerta. Una forma di economia condivisa, della quale le nostre 70 banche clienti sembrano soddisfatt­e». L’acquisizio­ne di Oasi da Nexi, di Cadit per la gestione titoli e ora un progetto pilota con la Banca d’Italia, per migliorare l’erogazione del credito. «Più è puntuale l’analisi, più è possibile risparmiar­e sulle cosiddette provisions, i requisiti di capitale necessario. Ed erogare il credito in maniera da ridurre sempre di più i rischi».

Ecco, la frontiera hi tech, con l’obiettivo di arrivare a eliminare la presenza fisica in filiale e a ridurre i 30 clic necessari per aprire un conto corrente. «Il sistema di open banking sta cambiando profondame­nte la competizio­ne, l’entrata in vigore della Psd2 ha modificato gli scenari. Ma questo non vuol dire che grande è necessaria­mente bello. Anche gli istituti di media dimensioni possono giocare una partita decisiva. Molto passa però dalla modalità nella quale si gestiranno gli investimen­ti tecnologic­i».

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