«Il salto digitale? Per accelerare le piccole banche investano insieme»
Sciolla (Cedacri): gli istituti saranno più veloci e sicuri. La migrazione per Deutsche Bank
«L’accelerazione dell’utilizzo dei servizi digitali per le banche è clamorosa, se a questo aggiungiamo che ormai l’adeguamento dei servizi di compliance può assorbire fino al 70% delle risorse per una banca piccola o media, la strada della mutualizzazione degli investimenti tecnologici può consentire anche alle banche più piccole di stare vicini ai clienti e concentrarsi sui servizi offerti agli stessi. Un modo diverso di stare sul mercato». Corrado Sciolla, studi al Politecnico di Torino, master all’Insead di Fontainebleau, ex McKinsey, amministratore delegato di Cedacri ci tiene a sottolineare che negli ultimi anni i dipendenti sono saliti da 1.700 a 2.400. Softwaristi, ingegneri, data analyst. Ormai la sfida si gioca lì.
«Abbiamo realizzato un accordo con Amazon per il cloud, una formula ibrida di public e private cloud. Per le banche è importante avere la certezza di dove si trovi il dato. E questo è possibile, nei nostri data center ci sono i computer che consentono di usufruire dei servizi Amazon public, riducendo i tempi di latenza, di risposta. Ecco, la banca del futuro dovrà essere sempre più sicura e veloce nella risposta ai clienti».
Un piano di investimenti per i prossimi 5 anni di 350 milioni di euro. A maggio, in piena prima pandemia, in un solo weekend è avvenuta la migrazione di Deutsche Bank Italia, un’operazione, realizzata da remoto, che non ha precedenti in Italia per portata e complessità, il progetto più vasto nella storia del Gruppo. «Per noi un passaggio molto importante. La tecnologia è pervasiva per i servizi finanziari, non tutti riescono da soli ad affrontare gli investimenti necessari. Per questo ci sembra che la formula mutualistica consenta di ridurre i costi senza perdere di vista la qualità e l’offerta. Una forma di economia condivisa, della quale le nostre 70 banche clienti sembrano soddisfatte». L’acquisizione di Oasi da Nexi, di Cadit per la gestione titoli e ora un progetto pilota con la Banca d’Italia, per migliorare l’erogazione del credito. «Più è puntuale l’analisi, più è possibile risparmiare sulle cosiddette provisions, i requisiti di capitale necessario. Ed erogare il credito in maniera da ridurre sempre di più i rischi».
Ecco, la frontiera hi tech, con l’obiettivo di arrivare a eliminare la presenza fisica in filiale e a ridurre i 30 clic necessari per aprire un conto corrente. «Il sistema di open banking sta cambiando profondamente la competizione, l’entrata in vigore della Psd2 ha modificato gli scenari. Ma questo non vuol dire che grande è necessariamente bello. Anche gli istituti di media dimensioni possono giocare una partita decisiva. Molto passa però dalla modalità nella quale si gestiranno gli investimenti tecnologici».