Corriere della Sera

«Su Rai1 il talento delle star ma puntiamo su volti nuovi»

Il direttore Coletta: successi da Amadeus a Venier, debutta Serena Rossi

- Renato Franco

Èarrivato a Rai1 a 20 giorni da Sanremo, «subito una grande magia» (grazie al Festival) e «poi il lockdown» (grazie al Covid). Alla guida di Rai1 da 11 mesi, laurea in Lettere e Filosofia («ma parlare di me come l’intellettu­ale di Rai3 è una banalizzaz­ione») il direttore Stefano Coletta è uno psicanalis­ta mancato.

La Rai è un manicomio?

«Per fare prodotto bisogna avere grande saggezza, grande consapevol­ezza ma anche grande nevrosi, saper essere folli al momento giusto. La Rai non è un manicomio, ma un bersaglio che attira l’interesse di tanti occhi esterni e quando sei così controllat­o un po’ di psicosi rischia di venire a galla».

Qual è il suo bilancio?

«Tradiziona­lmente un direttore eredita un palinsesto strutturat­o e ha il tempo per

Vittoria Stefano Coletta a «Ballando con le stelle» con i vincitori Gilles Rocca e Lucrezia Lando lavorare alla sua vera prima stagione. Io invece dall’8 marzo ho dovuto variare tutto: Rai1 in primavera ha trasmesso 33 prime serate in più in replica rispetto al 2019; non avevamo la Champions e abbiamo ridotto la fiction. In più abbiamo avuto un taglio di budget pesante. Eppure con un lavoro di riedizione piuttosto che creativo chiudiamo l’anno in attivo rispetto a quello precedente. Vuol dire che Rai1 resta il canale degli italiani, delle famiglie, della rassicuraz­ione. Oggi vedo una tv più elegante, guardando Rai1 mi sembra di vedere una tv francese».

Ha deciso di affidare «La vita in diretta» al solo Matano, lasciando a casa la sovranista Cuccarini. Scelta politica?

«Non ci sono ragioni politiche, anzi con Lorella ho un buon rapporto. Sempliceme­nte non mi interessa la conduzione duale: penso che non sia un’idea contempora­nea e che i contenitor­i abbiano fatto il loro tempo. Matano con una narrazione garbata fa spesso il 17/18% di share, più 1,6% rispetto all’autunno scorso».

The «Voice Senior» è stata una scommessa vinta.

«Antonella Clerici rappresent­a quello che Rai1 deve avere: una conduzione senza filtri, diretta, colloquial­e, ma anche con un’anima giornalist­ica. Negli ultimi anni non aveva avuto successi in prime time e volevo tornasse con un programma di intratteni­mento che portasse anche storie di vita perché ho sempre amato il rapporto tra presente e memoria».

Clerici, Conti, Carlucci, Venier: solo loro hanno le chiavi di Rai1. Non è un po’ poco?

«Oggi il mio compito primario va in questo senso, dobbiamo dare spazio a nuovi volti. Dopo Sanremo faremo La canzone segreta con Serena Rossi, che sa cantare, sa tenere il mood familiare, ha il codice giusto per Rai1. Serena rappresent­a l’inizio di questo lavoro, ma ho già in mente altri volti nuovi».

Morgan ha chiuso per sempre con Rai1?

«Penso che Morgan abbia una sensibilit­à che supera ogni visione banale della vita, ma fa anche rima con un maledettis­mo che non è solo provocator­io. Ovviamente ho condiviso la scelta di escluderlo da Sanremo Giovani fatta da Amadeus, ma gli voglio bene e penso che viva il lavoro come una famiglia di cui ha bisogno: spero ci sia modo di fare altre cose insieme».

Cuccarini e Matano

Con Cuccarini nessun problema politico Matano da solo ha aumentato gli ascolti

Sicuro che il Festival di Sanremo non verrà rinviato?

«Faremo in modo che sia dal 2 al 6 marzo nella maggiore normalità possibile. Non è parametrab­ile invece il fuori Ariston, lì stiamo discutendo con il Comune di Sanremo per capire come organizzar­ci».

Amadeus minaccia: «A Sanremo faremo le due di notte ma, finale a parte, non oltre».

«Capisco Amadeus: ha voluto allargare (da 24 a 26 cantanti in gara) perché dopo un anno di stop il mondo della musica ha fame di esserci. Non sono due canzoni a fare la differenza, il Festival sarà più essenziale sugli ospiti e sull’intratteni­mento. Magari ce la facciamo a essere un po’ più brevi».

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