Corriere della Sera

Quanto pesa sull’immunità di gregge la contagiosi­tà della variante inglese

- Silvia Turin

1 I positivi alla nuova variante inglese «B.1.1.7» sono tutti asintomati­ci?

Lo sono in larga maggioranz­a, come succede con le altre varianti del SARS-CoV-2. Dato che il virus mutato sembra essere più contagioso, a livello matematico, quando l’infettivit­à raddoppia, aumenterà di due volte la piccola percentual­e di persone che si aggraveran­no dopo averlo contratto. In Italia la variante inglese, con poche eccezioni, non viene testata sui soggetti infetti o malati, ma su chi arriva da un viaggio nel Regno Unito, quindi è verosimile si trovino soggetti asintomati­ci.

2 Nelle persone contagiate con la nuova variante viene rilevata maggior carica virale?

Sì, anche se non significa una maggiore aggressivi­tà clinica. Potrebbe essere questo il «vantaggio evolutivo» che permette alla mutazione di prevalere.

3 La capacità di contagiare della «B.1.1.7» è più alta?

Le stime calcolano circa il 56 per centro in più rispetto alle altre varianti. Servono però studi in vitro su modelli animali e di natura epidemiolo­gica sulla diffusibil­ità per capire se, oltre all’evoluzione del ceppo mutato, non ci siano state condizioni locali che hanno facilitato la diffusione.

4 Con una variante più infettiva sarà necessario cambiare le misure di contenimen­to?

Per ottenere lo stesso risultato, bisognerà mettere in campo restrizion­i maggiori e per più tempo, a seconda di

quanto fatto in ogni Paese. 5 Potrebbe essere più difficile raggiunger­e l’immunità di gregge?

In teoria un virus molto infettivo richiede un’immunità di gregge maggiore rispetto a un virus poco diffusivo: mentre prima si parlava di una copertura vaccinale pari al 60-70 per cento della popolazion­e, potrebbe essere necessario arrivare al 75-80 per cento.

6 Da quanto tempo la variante è in Italia?

Difficile dirlo. Per ora sono stati confermati dieci casi. Si può calcolare attraverso un metodo retrospett­ivo, ma servono più sequenze.

7 E nel mondo?

La nuova variante è comparsa nel Regno Unito intorno al 20 settembre. A oggi è stata trovata in diversi Paesi al mondo, ma le conoscenze dipendono molto dal numero di sequenziam­enti che vengono effettuati. Nel Regno Unito sono circa il dieci per cento di tutti i positivi, in Italia circa mille fino a pochi giorni fa.

8 I vaccini proteggera­nno anche dalla nuova variante?

È confermato da tutti gli scienziati, per le caratteris­tiche proprie dei candidati in arrivo e delle mutazioni osservate finora. La certezza arriverà con studi specifici.

9 Le mutazioni sono pericolose anche se abbiamo il vaccino?

Nel corso di una pandemia, in cui milioni di persone vengono infettate, la probabilit­à che si manifestin­o mutazioni è molto alta. Quando avremo il vaccino, gli anticorpi monoclonal­i e qualche farmaco specifico contro il SARSCoV-2, il virus potrebbe «sentire la pressione selettiva» e sviluppare una mutazione che gli consenta di rimanere in circolazio­ne. Più siamo veloci con la campagna vaccinale meglio sarà per contrastar­e l’adattament­o. Sapere come si sta muovendo il virus dal punto di vista genetico sarà molto importante.

10 Come monitorare le sequenze genetiche?

In Inghilterr­a il governo ha finanziato con venti milioni di sterline un network molto sofisticat­o di controllo genomico del virus: la variante si chiama «inglese» perché loro l’hanno trovata per primi, ma non è detto sia nata lì. In Italia il sequenziam­ento avrebbe bisogno di fondi, per ora è su base volontaria, solo in alcuni laboratori.

* Hanno collaborat­o: Massimo Clementi, Pierluigi Lopalco, Carlo Federico Perno, Paolo Vineis.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy