Quanto pesa sull’immunità di gregge la contagiosità della variante inglese
1 I positivi alla nuova variante inglese «B.1.1.7» sono tutti asintomatici?
Lo sono in larga maggioranza, come succede con le altre varianti del SARS-CoV-2. Dato che il virus mutato sembra essere più contagioso, a livello matematico, quando l’infettività raddoppia, aumenterà di due volte la piccola percentuale di persone che si aggraveranno dopo averlo contratto. In Italia la variante inglese, con poche eccezioni, non viene testata sui soggetti infetti o malati, ma su chi arriva da un viaggio nel Regno Unito, quindi è verosimile si trovino soggetti asintomatici.
2 Nelle persone contagiate con la nuova variante viene rilevata maggior carica virale?
Sì, anche se non significa una maggiore aggressività clinica. Potrebbe essere questo il «vantaggio evolutivo» che permette alla mutazione di prevalere.
3 La capacità di contagiare della «B.1.1.7» è più alta?
Le stime calcolano circa il 56 per centro in più rispetto alle altre varianti. Servono però studi in vitro su modelli animali e di natura epidemiologica sulla diffusibilità per capire se, oltre all’evoluzione del ceppo mutato, non ci siano state condizioni locali che hanno facilitato la diffusione.
4 Con una variante più infettiva sarà necessario cambiare le misure di contenimento?
Per ottenere lo stesso risultato, bisognerà mettere in campo restrizioni maggiori e per più tempo, a seconda di
quanto fatto in ogni Paese. 5 Potrebbe essere più difficile raggiungere l’immunità di gregge?
In teoria un virus molto infettivo richiede un’immunità di gregge maggiore rispetto a un virus poco diffusivo: mentre prima si parlava di una copertura vaccinale pari al 60-70 per cento della popolazione, potrebbe essere necessario arrivare al 75-80 per cento.
6 Da quanto tempo la variante è in Italia?
Difficile dirlo. Per ora sono stati confermati dieci casi. Si può calcolare attraverso un metodo retrospettivo, ma servono più sequenze.
7 E nel mondo?
La nuova variante è comparsa nel Regno Unito intorno al 20 settembre. A oggi è stata trovata in diversi Paesi al mondo, ma le conoscenze dipendono molto dal numero di sequenziamenti che vengono effettuati. Nel Regno Unito sono circa il dieci per cento di tutti i positivi, in Italia circa mille fino a pochi giorni fa.
8 I vaccini proteggeranno anche dalla nuova variante?
È confermato da tutti gli scienziati, per le caratteristiche proprie dei candidati in arrivo e delle mutazioni osservate finora. La certezza arriverà con studi specifici.
9 Le mutazioni sono pericolose anche se abbiamo il vaccino?
Nel corso di una pandemia, in cui milioni di persone vengono infettate, la probabilità che si manifestino mutazioni è molto alta. Quando avremo il vaccino, gli anticorpi monoclonali e qualche farmaco specifico contro il SARSCoV-2, il virus potrebbe «sentire la pressione selettiva» e sviluppare una mutazione che gli consenta di rimanere in circolazione. Più siamo veloci con la campagna vaccinale meglio sarà per contrastare l’adattamento. Sapere come si sta muovendo il virus dal punto di vista genetico sarà molto importante.
10 Come monitorare le sequenze genetiche?
In Inghilterra il governo ha finanziato con venti milioni di sterline un network molto sofisticato di controllo genomico del virus: la variante si chiama «inglese» perché loro l’hanno trovata per primi, ma non è detto sia nata lì. In Italia il sequenziamento avrebbe bisogno di fondi, per ora è su base volontaria, solo in alcuni laboratori.
* Hanno collaborato: Massimo Clementi, Pierluigi Lopalco, Carlo Federico Perno, Paolo Vineis.