LA MAESTRA FRANCESCA E LE FIABE NEL PARCO PER I SUOI BIMBI
Durante il lockdown della prima ondata la maestra Francesca non voleva proprio dargliela vinta al virus. E una volta che la sua scuola materna di Prato era stata chiusa, aveva deciso di continuare a fare qualcosa di buono per i «suoi bambini». Così, quando i parchi pubblici erano stati riaperti, aveva selezionato po’ di libri dedicati all’infanzia, scelto il giardino giusto, avvertito i genitori e iniziato a incontrare di nuovo i suoi piccoli alunni, con la giusta distanza e con la mascherina d’ordinanza, per raccontare loro le storie più belle sotto qualche albero e tra il profumo dei fiori. Un successone contestato però da un sindacalista della Cisl (smentito poi dal suo stesso sindacato) che l’aveva accusata di «far passare da sfaticate le colleghe» e di aver deciso «in barba a ogni regola sulla sicurezza».
Francesca ci era rimasta malissimo. Ma poco dopo le era tornato il sorriso quando aveva letto una lettera aperta firmata da 108 genitori che la difendevano a spada tratta, ringraziandola per la sua sensibilità e l’attaccamento al dovere. La notizia aveva fatto il giro d’Italia e altre colleghe avevano deciso di seguire il suo esempio.
Oggi Francesca Sivieri non insegna più a Prato ma a Vaiano, un comune vicino. Non è stato un trasferimento punitivo. «No, assolutamente, lo avevo chiesto da tempo per potermi avvicinare un po’ a casa — spiega —, ricordo con grande affetto bambini e genitori». È contenta la maestra, oggi più di prima. «Dopo i mesi di lockdown i bambini sono felici di essere tornati a scuola, di rivedere insegnanti e compagni». E le fiabe raccontate nei parchi? «Adesso le leggo in classe — risponde Francesca —, ma se ci sarà bisogno sono pronta a tornare sotto un albero, proprio come ai vecchi tempi».