Battaglia da vincere fugando i dubbi
Regola numero uno: fare come Elvis Presley, che nel 1956 si vaccinò in diretta tv contro la polio e, visto che i no vax erano diffusi anche allora, contribuì con il suo gesto ad incrementare il numero dei vaccinati di oltre il 40 per cento, rendendo vincente la battaglia per sgominare la poliomielite. Ma poi, non fare gli arroganti contro i dubbiosi, gli impauriti, i diffidenti. Non schiacciare nel recinto no vax, qualche centinaio di migliaia di invasati, le tante persone serie, perbene, razionali che temono gli effetti collaterali. Cercare la strada per convincere, persuadere, fugare i dubbi. Non insultare, come già stanno facendo i guerrieri sciocchi di Twitter. Non darsi arie di superiorità morale. Provare ad essere seri, nella battaglia vaccinale che nei prossimi mesi, malgrado l’evidente deficit di competenza di chi dovrebbe guidarla, segnerà il destino delle nostre società. Dimenticare i toni da duello nei talk show. Fare come i militanti di una volta alla vigilia delle elezioni decisive: porsi l’obiettivo di convincere almeno due dubbiosi. Non essere minacciosi. Non evocare la scorciatoia autoritaria dell’obbligatorietà, che vittimizza i dubbiosi e li fa arroccare in difesa. Scegliere i testimonial giusti della battaglia vaccinale, figure universalmente simpatiche e popolari, non divisive, non di parte perché altrimenti compatti una parte ma pure quella avversa. Modelli empatici: Carlo Verdone, Piero Angela (e figlio), Fiorello, Paola Cortellesi, Renzo Arbore, Federica Pellegrini, Raffaella Carrà, Riccardo Muti, anche Totti, simpatico pure ai non romanisti. Evitare politici: controproducenti. Virologi: molto controproducenti. Puntare non sull’altruismo («fallo per la comunità»), ma sull’interesse («fallo altrimenti saremo prigionieri del virus per anni e il tuo ristorante, la tua azienda, il tuo lavoro saranno distrutti»). Convincere che il vaccino è l’arma più potente che abbiamo per recuperare la nostra normalità. Spiegare che se il vaccino ha passato l’esame delle agenzie di controllo ci si può fidare, come per tutti i farmaci che assumiamo. Non essere aggressivi, ricattatori, impazienti. Capire che le paure hanno un senso, che tutto è nuovo e genera ansie, il virus e il vaccino, ma che il nuovo buono del vaccino è quello che può sconfiggere il nuovo cattivo del Covid. Buon vaccino a tutti.