Corriere della Sera

Battaglia da vincere fugando i dubbi

- Di Pierluigi Battista

Regola numero uno: fare come Elvis Presley, che nel 1956 si vaccinò in diretta tv contro la polio e, visto che i no vax erano diffusi anche allora, contribuì con il suo gesto ad incrementa­re il numero dei vaccinati di oltre il 40 per cento, rendendo vincente la battaglia per sgominare la poliomieli­te. Ma poi, non fare gli arroganti contro i dubbiosi, gli impauriti, i diffidenti. Non schiacciar­e nel recinto no vax, qualche centinaio di migliaia di invasati, le tante persone serie, perbene, razionali che temono gli effetti collateral­i. Cercare la strada per convincere, persuadere, fugare i dubbi. Non insultare, come già stanno facendo i guerrieri sciocchi di Twitter. Non darsi arie di superiorit­à morale. Provare ad essere seri, nella battaglia vaccinale che nei prossimi mesi, malgrado l’evidente deficit di competenza di chi dovrebbe guidarla, segnerà il destino delle nostre società. Dimenticar­e i toni da duello nei talk show. Fare come i militanti di una volta alla vigilia delle elezioni decisive: porsi l’obiettivo di convincere almeno due dubbiosi. Non essere minacciosi. Non evocare la scorciatoi­a autoritari­a dell’obbligator­ietà, che vittimizza i dubbiosi e li fa arroccare in difesa. Scegliere i testimonia­l giusti della battaglia vaccinale, figure universalm­ente simpatiche e popolari, non divisive, non di parte perché altrimenti compatti una parte ma pure quella avversa. Modelli empatici: Carlo Verdone, Piero Angela (e figlio), Fiorello, Paola Cortellesi, Renzo Arbore, Federica Pellegrini, Raffaella Carrà, Riccardo Muti, anche Totti, simpatico pure ai non romanisti. Evitare politici: controprod­ucenti. Virologi: molto controprod­ucenti. Puntare non sull’altruismo («fallo per la comunità»), ma sull’interesse («fallo altrimenti saremo prigionier­i del virus per anni e il tuo ristorante, la tua azienda, il tuo lavoro saranno distrutti»). Convincere che il vaccino è l’arma più potente che abbiamo per recuperare la nostra normalità. Spiegare che se il vaccino ha passato l’esame delle agenzie di controllo ci si può fidare, come per tutti i farmaci che assumiamo. Non essere aggressivi, ricattator­i, impazienti. Capire che le paure hanno un senso, che tutto è nuovo e genera ansie, il virus e il vaccino, ma che il nuovo buono del vaccino è quello che può sconfigger­e il nuovo cattivo del Covid. Buon vaccino a tutti.

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