«Le conseguenze per averli relegati in casa per mesi»
Di questi tempi il termine adolescenti sembra quasi sinonimo di «pericolo» e così, senza colpo ferire, chiudiamo in toto le scuole superiori, causando nei ragazzi un danno inestimabile. Perché la scuola è interazione, collaborazione, attenzione, controllo, è cultura, è emozione, è amicizia, è rispetto, è crescita personale. La scuola non è la Dad, che appare uno «spettro» del concetto scuola. Ma qualcuno pensa a quanto sia difficile essere degli adolescenti in lotta con tutto e tutti ed in cerca, disperatamente, di loro stessi? I ragazzi sono in una fase delicata in cui dovrebbero, a più ragione, essere tutelati. Invece, gli adolescenti, trattati quasi come degli appestati, si trascinano dalla camera al divano, sempre attaccati a un monitor o al cellulare e, con la loro vita, sospesa nel nulla. Vorrei capire tutto questo da cosa dipenda. Perché se davvero è dovuto ai trasporti, non può che far esplodere la rabbia dentro di noi. Perché l’istruzione è un bene primario, consente ai giovani di formarsi, di crescere, di diventare degli adulti consapevoli. Ed ancora oggi, ci si oppone all’apertura completa delle scuole superiori, rinviando il rientro dei ragazzi a un periodo successivo alle feste e nel quale il numero dei contagi potrebbe ancora aumentare, relegando gli adolescenti, ancora una volta, nella solitudine ed isolamento, i cui effetti devastanti vengono totalmente ignorati.