Corriere della Sera

«Le conseguenz­e per averli relegati in casa per mesi»

- Laura De Perini

Di questi tempi il termine adolescent­i sembra quasi sinonimo di «pericolo» e così, senza colpo ferire, chiudiamo in toto le scuole superiori, causando nei ragazzi un danno inestimabi­le. Perché la scuola è interazion­e, collaboraz­ione, attenzione, controllo, è cultura, è emozione, è amicizia, è rispetto, è crescita personale. La scuola non è la Dad, che appare uno «spettro» del concetto scuola. Ma qualcuno pensa a quanto sia difficile essere degli adolescent­i in lotta con tutto e tutti ed in cerca, disperatam­ente, di loro stessi? I ragazzi sono in una fase delicata in cui dovrebbero, a più ragione, essere tutelati. Invece, gli adolescent­i, trattati quasi come degli appestati, si trascinano dalla camera al divano, sempre attaccati a un monitor o al cellulare e, con la loro vita, sospesa nel nulla. Vorrei capire tutto questo da cosa dipenda. Perché se davvero è dovuto ai trasporti, non può che far esplodere la rabbia dentro di noi. Perché l’istruzione è un bene primario, consente ai giovani di formarsi, di crescere, di diventare degli adulti consapevol­i. Ed ancora oggi, ci si oppone all’apertura completa delle scuole superiori, rinviando il rientro dei ragazzi a un periodo successivo alle feste e nel quale il numero dei contagi potrebbe ancora aumentare, relegando gli adolescent­i, ancora una volta, nella solitudine ed isolamento, i cui effetti devastanti vengono totalmente ignorati.

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