Nella corsa più pazza al mondo vince il cavallo del pubblico
In Giappone nell’Arima Kinen trionfa Chrono Genesis, finito in gara grazie a un mega sondaggio
A furor di popolo, da 65 anni all’ippodromo giapponese di Nakayama attorno ai giorni di Natale, l’Arima Kinen è il Gran Premio di galoppo più pazzo e popolare che ci sia. È la corsa più pazza perché su questa sola gara ieri i giapponesi hanno scommesso l’equivalente di 350 milioni di euro, cioè molto più di quanto in un anno venga giocato in tutte le corse in Italia. Ma, soprattutto, è la più popolare perché il regolamento di questo Gran Premio, «gruppo 1» sui 2.500 metri in erba con 2 milioni di premi, su 16 posti al via ne riserva 6 ai leader delle classifiche, ma per gli altri 10 fa votare proprio agli appassionati quali purosangue debbano essere al via. È un sondaggio che monopolizza schermi tv, pagine di giornali e pubblicità in metropolitana perché non ha limiti, in quanto a poter essere votati sono tanto i campioni gloriosi quanto magari i ronzini scalcinati che però, per qualche strana ragione del cuore, siano divenuti beniamini del grande pubblico. E infatti dal 2013 non capitava che a vincere in pista fosse (come ieri la femmina di 4 anni Chrono Genesis montata dal fantino Yuichi Kitamura) anche il cavallo più votato: 214.472 preferenze, nuovo record sia per un vincitore (Kitasan Black con 124.641 nel 2017), sia in assoluto (165.137 per Air Groove quinta nel 1998).
Air Groove era la prima figlia dell’importato campione italiano Tony Bin, il sempre snobbato portacolori dell’allora in auge vicepresidente della Roma Luciano Gaucci, che dopo la vittoria a Parigi nel Prix de l’Arc de Triomphe 1988 era stato acquistato proprio da un allevatore giapponese (Zenya Yoshida) guardato all’epoca ancora con sufficienza dagli stereotipi esotici.
Oggi il Giappone è una superpotenza del galoppo mondiale, costruitasi proprio sulla scienza allevatoria di scuderie come quella dei figli (Teruya,
Katsumi e Haruya) eredi di Yoshida, autori ieri nell’Arima Kinen di un quasi en-plein come proprietari (Chrono Genesis prima, Fierement terzo e Lucky Lilac quarta), e addirittura un poker come allevatori anche della seconda arrivata Salacia. Ed è un record pure quello della mamma di Chrono Genesis, la fattrice Chronologist, visto che appena 15 giorni fa l’altra sua figlia Normcore aveva sbancato la Hong Kong Cup nell’ex colonia britannica. A riprova che, se gli stalloni sono importanti (e il papà di Chrono Genesis non è un passante, ma è il francese Bago, laureato nel 2004 del Prix de l’Arc de Triomphe per i colori degli eredi dell’armatore greco Stavros Niarchos), le fattrici lo sono ancor di più.