Ippocrate oltre il giuramento: un gigante della scienza avanti di secoli
Carlo Carena ha selezionato, tradotto e commentato per Einaudi le opere più importanti del medico e filosofo greco. Domina gli scritti l’amore per la conoscenza
Lo si sente evocare di continuo, quest’anno anche più spesso per ovvie ragioni, ma quanti ne sanno qualcosa che vada oltre l’aneddotica? Ippocrate (460-377 a. C.), persino fra i medici che lo riconoscono come loro «capostipite», di fatto scompare subito dopo il solenne giuramento pronunciato il giorno della laurea.
A riportarlo «alla luce» provvede Carlo Carena, che, per i tipi di Einaudi ha selezionato, tradotto e commentato le opere più importanti del medico e filosofo di Kos. Dalle pagine del volume emerge, fra l’altro, proprio questo secondo aspetto di Ippocrate, fondante sia della sostanza del suo metodo che della sua applicazione. A dominare negli scritti è infatti un amore per la conoscenza che si trasforma in atto medico decretando una cesura netta rispetto a tradizioni figlie di visioni magiche riguardo le malattie e le rispettive cure. Un approccio che gli fa scrivere: «La scienza è ben diversa dall’opinione, produce il sapere mentre l’altra l’ignoranza». Ciò si traduce in una modernità sorprendente nel pensiero clinico ma anche nell’interpretazione del ruolo professionale, che si articola in tutti gli aspetti del comportamento a cui dovrebbe attenersi un dottore, di cui si trova la massima espressione sintetica nel già citato giuramento, ma che non trascura aspetti come l’abbigliamento, il decoro e l’atteggiamento in generale da tenere verso i pazienti, non ultimi quelli che attengono alla sfera economica.
Un visionario si direbbe oggi, avanti di parecchi secoli rispetto ai suoi tempi, persino in chiave terapeutica e preventiva, a dispetto delle limitatissime conoscenze dell’epoca, come si evince, per esempio, nelle pagine dedicate all’alimentazione, che potrebbero benissimo essere sostanzialmente accostate a quanto viene consigliato oggi in termini generali quando si parla di dieta equilibrata. Così come non possono non colpire i passi dedicati all’importanza della comunicazione con i malati: «Non è facile a loro (…) comprendere le proprie malattie, l’origine e il termine, per quale motivo sorgono e scompaiono; agevole invece se altri le scopre e le spiega: ascoltando, non devono far altro se non ricordare le proprie vicissitudini. Ma se si manca di farsi comprendere dai profani (…) si mancherà anche il proprio obiettivo».
Un gigante, insomma, è il caso di dirlo, al quale questa raccolta rende giusta ragione, e di cui si potrebbe apprezzare l’humus anche solo scorrendo la sezione finale dedicata agli aforismi: una miniera per chi è in cerca di citazioni. Ma vale la pena non limitarsi a quella.