Corriere della Sera

Verona, choc e treni fermi: la gente scende in strada

- Andrea Pistore Martina Zambon

La terra ha tremato ieri in Veneto. Non una, due volte. Tanto che nel primo pomeriggio Trenitalia ha bloccato molti convogli per verificare danni lungo le linee. Ritardi su oltre trenta treni della Torino-Venezia e del Brennero. La prima scossa, quella croata, alle 12.19 avvertita distintame­nte in tutto il Nordest. Alle 15.36 una seconda forte scossa ha toccato soprattutt­o la provincia di Verona ma è stata percepita fino a Milano. L’epicentro del sisma di magnitudo 4,4 a Salizzole, nel Veronese, a una profondità di 9 km seguito ad altre due scosse minori (2,8 e 3,4). Nessun danno ma le telefonate ai vigili del fuoco non si contano. Tanta l’apprension­e e molte le persone che si sono riversate in strada temendo nuove scosse. Fra le città in cui la terra ha fatto più paura spicca Padova dove le due scosse sono state sentite nitidament­e tanto da far eseguire al Comune immediate verifiche sui monumenti. Un centinaio di persone che lavorano al Net Center, l’edificio commercial­e più alto della città coi suoi 22 piani e 85 metri, sono scese in strada già dopo la prima violenta scossa. Paura anche negli ospedali veneti già messi a dura prova dalla pandemia. Dal sesto piano in su del Policlinic­o universita­rio medici e pazienti hanno vissuto momenti di autentico terrore. «La Protezione civile resta allertata per qualsiasi evenienza», spiega l’assessore veneto, Gianpaolo Bottacin. Che a queste prime scosse possano seguirne altre non è un’ipotesi peregrina. «Con un terremoto di queste dimensioni — dice Giulio Di Toro, geologo che si occupa all’Università di Padova di Meccanica dei terremoti — la probabilit­à di un evento maggiore nei successivi due-tre giorni si alza. Nel raggio di 10-15 km dall’epicentro la probabilit­à di un evento più devastante, oltre 5,5, si alza da 0,001% all’1% secondo le statistich­e dei terremoti italiani, california­ni e giapponesi». A colpire, infine, è proprio l’epicentro, lo stesso del «Sisma Magno» del 1117. «Talmente violento, 6,9 — spiega Di Toro — da essere ricordato come il maggiore della storia nell’area padana. Fra i danni causati allora anche il crollo parziale di uno degli anelli dell’Arena, un’incredibil­e coincidenz­a».

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