Corriere della Sera

Acquisti tedeschi, interviene la Ue Per l’Italia 13,5 milioni di dosi in più

Von der Leyen: per tutta l’Europa altri 100 milioni di fiale Le proteste degli Stati con Bruxelles (che assolve Berlino)

- Luer lock Lorenzo Salvia

Un giallo che ricorda i tempi della Guerra fredda. C’è stato un momento, ieri mattina, in cui siamo arrivati a un passo dall’incidente diplomatic­o. Se non di più. Il governo italiano stava pensando di protestare formalment­e con la Germania, per la scelta di acquistare 30 milioni di dosi del vaccino anti Covid prodotto dalla Pfizer-BioNTech. Una decisione che rischiava di far saltare il principio di solidariet­à tra i Paesi europei, costruito faticosame­nte con gli acquisti centralizz­ati da parte di Bruxelles, da dividere poi tra gli Stati membri. Una linea sempre predicata a favore di telecamere ma poi spesso sacrificat­a al primo refolo di interesse nazionale.

L’incidente alla fine non c’è stato. Ma le proteste dell’Italia, assieme a quelle di molti altri Paesi europei, sono arrivate alla commission­e europea. E forse le nostre sono state più accese di altre. Se la corsa al vaccino si trasformas­se davvero in un liberi tutti e ognuno per sé, per l’Italia sarebbe un disastro. È vero che il governo sarebbe pronto a seguire la stessa strada imboccata dalla Germania, con accordi separati che portino dosi aggiuntive rispetto ai 202 milioni già opzionati via Bruxelles. Ma è vero anche che la dote aggiuntiva della Germania può contare sul fatto che un ramo di Pfizer—BioNTech è tedesco. Mentre l’Italia, almeno per ora, non ha aziende nazionali che producano il vaccino. Ma nel primo pomeriggio arriva il colpo di scena.

Anzi, la toppa. A parlare è la presidente della commission­e europea Ursula von der Leyen, non a caso tedesca: «Abbiamo deciso di prendere altre 100 milioni di dosi aggiuntive del vaccino PfizerBioN­Tech, già in uso. Avremo quindi 300 milioni di dosi di questo vaccino, che è stato valutato sicuro ed efficace. Altri vaccini seguiranno». Non solo. Perché poche ore dopo un portavoce della commission­e dice che «per quanto ne sappiamo nessuno si è assicurato dosi addizional­i fuori dall’accordo Ue». Cosa è successo, allora? Versione buonista, la Germania si sarebbe portata avanti, bruciando l’annuncio della commission­e perché quei 30 milioni, in realtà 27, rientrano nel nuovo accordo europeo. Oppure, versione a telecamere spente, la commission­e è intervenut­a per evitare che la fuga in avanti della Germania facesse saltare tutto. In realtà la quota tedesca sui 100 milioni aggiuntivi annunciati da Von der Leyen sarebbe più bassa: circa 20 milioni contro i 30 che hanno fatto esplodere il caso. Ma in ogni toppa i segni della cucitura restano visibili. Mancano solo lo spionaggio e il controspio­naggio. E non è detto che non ci siano stati.

Germania oppure no, per l’Italia resta la necessità di accelerare sulle forniture. Tra stanotte e domattina, dopo l’ultima modifica del calendario da parte di Pfizer-BioNTech, dovrebbero arrivare altre 470 mila dosi nei 203 siti attivi per ora. Nelle quattro settimane di gennaio la media dovrebbe restare quella, 470 mila dosi. Resta il nodo degli altri vaccini. Per AstraZenec­a le notizie non sono positive visto che Ema, l’ente regolatori­o europeo, ha confermato che il via libera non arriverà entro gennaio. Noi ne abbiamo opzionato 40,38 milioni di dosi. Il 6 gennaio, invece, dovrebbe arrivare il via libera per Moderna. Abbiamo opzionato 10,7 milioni di dosi e, proprio per compensare in parte il ritardo di AstraZenec­a, abbiamo chiesto di raddoppiar­le. Due buone notizie arrivano invece sul vaccino PfizerBioN­Tech, l’unico utilizzabi­le al momento. Intanto i 13,5 milioni di dosi aggiuntive, la fetta italiana dei 100 milioni annunciati ieri da Von der Leyen. Non solo. Il fatto che in ogni fiala ci siano non 5 ma 6 dosi significa che potremo avere 5.313.940 dosi aggiuntive. Il 20% in più rispetto alle previsioni. Le sei dosi, però, possono essere estratte solo con le siringhe di precisione, le famose raccomanda­te dalla stessa Pfizer. Le stesse che ha scelto di acquistare il commissari­o Domenico Arcuri, a suo tempo contestato visto che sono più costose di quelle normali, scelte da altri Paesi, che però consentono di estrarre solo cinque dosi. Per le siringhe più costose abbiamo speso 1,7 milioni in più. Ma le dosi aggiuntive ci consentono di risparmiar­e 63 milioni. A conti fatti, conviene.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy