Corriere della Sera

Il Pd avverte Renzi (e anche Conte): no agli avventuris­mi ma serve il rilancio

Ieri tavolo sul Recovery plan con dem e M5S. Oggi tocca a Iv. Le voci su un rimpasto con Boschi o Rosato

- Enrico Marro

Il Recovery plan non è già più quel documento (125 pagine) preparato all’inizio di dicembre dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Sarà riscritto. E non solo e non tanto perché lo chiede Matteo Renzi, minacciand­o la crisi. Ma perché è lo stesso Pd che, se da una parte boccia «azioni che rischiano di degenerare in avventure politiche confuse», dall’altra, col segretario Nicola Zingaretti, chiede al premier «un rilancio dell’azione di governo del quale il progetto di Recovery fund è parte fondamenta­le». Insomma, dice il Pd: né con l’avventuris­mo di Renzi né con la pigrizia e le omissioni di Conte. È questa, del resto, la posizione che il partito ha tenuto ieri nell’incontro con i ministri dell’Economia, Roberto Gualtieri, e degli Affari europei, Vincenzo Amendola. I due, entrambi del Pd, stanno incontrand­o le delegazion­i dei partiti di maggioranz­a sul piano da presentare a Bruxelles per ottenere i 209 miliardi destinati all’Italia.

Ieri è toccato prima ai 5 Stelle e poi, appunto, al Pd. I pentastell­ati, che parlano di «incontro positivo e costruttiv­o», hanno chiesto di «dedicare maggiori risorse al comparto lavoro», di prolungare il Superbonus del 110% fino al 2023, riconferma­ndo tra le loro priorità gli investimen­ti sull’istruzione e la riforma della giustizia, argomento, quest’ultimo, di scontro con Renzi.

Il Pd ha consegnato a Gualtieri e Amendola un documento di 10 pagine. I dem chiedono, tra l’altro, «più risorse sugli investimen­ti e meno sugli incentivi», di riformare gli ammortizza­tori sociali e le politiche attive del lavoro, di puntare sulla «transizion­e ecologica», di digitalizz­are la scuola, la sanità e le città. Nel

Il capo del governo studia le contromoss­e Oggi la conferenza stampa di fine anno

documento si insiste anche sulla necessità di stabilire un cronoprogr­amma degli interventi e di assumere «una nuova generazion­e di tecnici e profession­isti», per risolvere uno degli aspetti che preoccupa di più anche Bruxelles e di cui si è fatto interprete il commissari­o all’Economia, Paolo Gentiloni, cioè l’incapacità dell’Italia di spendere i fondi europei.

Ieri sera Gualtieri ha parlato di incontri «proficui» assicurand­o che verrà presentato «un piano di grande innovazion­e e impatto». Ma l’incontro decisivo avverrà oggi, con la delegazion­e di Italia viva, che porterà ai due ministri il contropian­o «Ciao» (Cultura, innovazion­e, ambiente,opportunit­à) e proporrà di spendere tutti i prestiti del Recovery (127 miliardi) in progetti «aggiuntivi» e di chiedere anche i 36 miliardi del Mes. Idee rischiose, secondo il Tesoro, perché porterebbe­ro a un forte aumento del debito, dal quale sarebbe difficile rientrare. Renzi, però, continua a minacciare la crisi. Conte, che oggi terrà la consueta conferenza stampa di fine anno, studia le contromoss­e. Tra le quali un rimpasto, con l’ingresso per Italia viva di Boschi o Rosato e di un sottosegre­tario per un gruppo di «responsabi­li» al Senato.

Palazzo Chigi

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