Il Pd avverte Renzi (e anche Conte): no agli avventurismi ma serve il rilancio
Ieri tavolo sul Recovery plan con dem e M5S. Oggi tocca a Iv. Le voci su un rimpasto con Boschi o Rosato
Il Recovery plan non è già più quel documento (125 pagine) preparato all’inizio di dicembre dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Sarà riscritto. E non solo e non tanto perché lo chiede Matteo Renzi, minacciando la crisi. Ma perché è lo stesso Pd che, se da una parte boccia «azioni che rischiano di degenerare in avventure politiche confuse», dall’altra, col segretario Nicola Zingaretti, chiede al premier «un rilancio dell’azione di governo del quale il progetto di Recovery fund è parte fondamentale». Insomma, dice il Pd: né con l’avventurismo di Renzi né con la pigrizia e le omissioni di Conte. È questa, del resto, la posizione che il partito ha tenuto ieri nell’incontro con i ministri dell’Economia, Roberto Gualtieri, e degli Affari europei, Vincenzo Amendola. I due, entrambi del Pd, stanno incontrando le delegazioni dei partiti di maggioranza sul piano da presentare a Bruxelles per ottenere i 209 miliardi destinati all’Italia.
Ieri è toccato prima ai 5 Stelle e poi, appunto, al Pd. I pentastellati, che parlano di «incontro positivo e costruttivo», hanno chiesto di «dedicare maggiori risorse al comparto lavoro», di prolungare il Superbonus del 110% fino al 2023, riconfermando tra le loro priorità gli investimenti sull’istruzione e la riforma della giustizia, argomento, quest’ultimo, di scontro con Renzi.
Il Pd ha consegnato a Gualtieri e Amendola un documento di 10 pagine. I dem chiedono, tra l’altro, «più risorse sugli investimenti e meno sugli incentivi», di riformare gli ammortizzatori sociali e le politiche attive del lavoro, di puntare sulla «transizione ecologica», di digitalizzare la scuola, la sanità e le città. Nel
Il capo del governo studia le contromosse Oggi la conferenza stampa di fine anno
documento si insiste anche sulla necessità di stabilire un cronoprogramma degli interventi e di assumere «una nuova generazione di tecnici e professionisti», per risolvere uno degli aspetti che preoccupa di più anche Bruxelles e di cui si è fatto interprete il commissario all’Economia, Paolo Gentiloni, cioè l’incapacità dell’Italia di spendere i fondi europei.
Ieri sera Gualtieri ha parlato di incontri «proficui» assicurando che verrà presentato «un piano di grande innovazione e impatto». Ma l’incontro decisivo avverrà oggi, con la delegazione di Italia viva, che porterà ai due ministri il contropiano «Ciao» (Cultura, innovazione, ambiente,opportunità) e proporrà di spendere tutti i prestiti del Recovery (127 miliardi) in progetti «aggiuntivi» e di chiedere anche i 36 miliardi del Mes. Idee rischiose, secondo il Tesoro, perché porterebbero a un forte aumento del debito, dal quale sarebbe difficile rientrare. Renzi, però, continua a minacciare la crisi. Conte, che oggi terrà la consueta conferenza stampa di fine anno, studia le contromosse. Tra le quali un rimpasto, con l’ingresso per Italia viva di Boschi o Rosato e di un sottosegretario per un gruppo di «responsabili» al Senato.
Palazzo Chigi