«Il premier rispetti le nostre richieste Pronta a dimettermi se non ci ascolterà»
Bellanova: i ministri? Vanno e vengono
Ministra Teresa Bellanova, pronta a dimettersi?
«Se non avremo le risposte necessarie, sì. Non è una minaccia ma la più forte dimostrazione della nostra serietà. In gioco c’è qualcosa di ben altro e più importante di carriere politiche e poltrone: i ministri possono andare e venire, il rilancio del Paese invece o si costruisce adesso oppure rischia di andare in malora per sempre. Mentre i debiti che contraiamo rimangono ai nostri figli e ai nostri nipoti».
Contestate 61 punti della bozza del governo, riuscirete mai a trovare un accordo?
«Sono abituata a tavoli di crisi da cui non mi sono mai alzata senza aver speso tutte le energie per trovare non un accordo qualunque ma il migliore possibile. Non vedo perché dovrei venire meno a questa regola quando la posta in gioco è il destino del Paese e il futuro delle nuove generazioni. Per questo tanta determinazione. La sensazione sgradevole è che proprio questa posta in gioco non sia così evidente per tutti».
Metto tutte le energie per trovare un accordo Ma ho la sensazione che la posta in gioco non sia evidente per tutti
Sulla delega ai Servizi c’è un tema di opportunità Sottrarsi alla polemica farebbe il bene di Conte
Il vostro è un programma di governo e un «ciao» a Conte?
Ai 5 Stelle noi non poniamo veti ma questioni politiche Spetta al capo del governo trovare la sintesi
«Un programma di governo è quanto una maggioranza che ha l’ambizione di avere vita lunga e autorevolezza è obbligata a darsi per non vivacchiare sull’emergenza. Era l’obiettivo della verifica richiesta mesi fa. Noi vogliamo concorrere a risolvere i problemi piuttosto che crearne di nuovi. Non lavoriamo per la crisi ma per le soluzioni. Con un sorriso le dico che su quel “ciao” tanti hanno pensato a quando ci si lascia, nessuno a quando invece ci si incontra».
Avete tirato fuori argomenti che sono dei calci negli stinchi ai 5 Stelle...
«Dice? Piuttosto nodi politici che deve sciogliere chi è il primo garante della mediazione e della sintesi politica all’interno della maggioranza: il presidente del Consiglio. Che l’Alta velocità è un calcio negli stinchi lo dica a un cittadino meridionale, quando per andare da Lecce a Roma ci si impiega esattamente il doppio che da Roma a Milano, con una distanza uguale. O a chi si è visto annullare i ricoveri programmati perché l’emergenza Covid rischia di mettere in ombra tutto il resto, persone con patologie serissime, ugualmente a rischio. Lo dica a quelle nuove generazioni che sono parcheggiate mentre aspettano di entrare in corsia, e sì che ne avremmo enorme bisogno. O a chi è convinto dello iato enorme tra una giustizia efficiente ed efficace e il giustizialismo manettaro. Sono nodi che già stanno venendo al pettine, cappi al collo del Paese. Al punto in cui siamo, incalzare perché siano finalmente affrontati lo ritengo un atto di una straordinaria saggezza politica».
Sulla delega ai Servizi state provocando Conte?
«Dovrebbe essere interesse di Conte individuare una persona di stretta fiducia cui delegare l’autorità ai Servizi. Nessuno contesta la sua autorità, indicata per legge, sulle decisioni strategiche e decisive per l’interesse nazionale, mentre è altrettanto evidente la difficoltà a seguirle con la dovuta attenzione quotidiana. C’è un tema di opportunità: non a caso l’autorità è sempre stata delegata tranne sparute eccezioni, tutte per una validissima giustificazione. Sottrarsi alla polemica, su un terreno così delicato, farebbe il bene di Conte e del Paese; già parlarne è una minaccia alla sicurezza nazionale. Non capisco le ragioni di tanta ostinazione e vorrei che qualcuno me le spiegasse. Senza dover dar credito a ricostruzioni preoccupanti».
Conte non sembra tener conto dei vostri ultimatum...
«E sbaglia. Non sono ultimatum ma questioni che poniamo all’intera maggioranza, a tutte le forze politiche, al Paese. Consiglio più rispetto per la dignità della funzione politica che ognuno di noi incarna».
Il gruppo di Italia viva al Senato sta scoppiando?
«Non mi pare proprio. Lunedì sera, alla riunione del gruppo, quando Matteo è entrato in sala, è stato accolto con l’applauso di tutti. Faccia un po’ lei».