Corriere della Sera

«Il premier rispetti le nostre richieste Pronta a dimettermi se non ci ascolterà»

Bellanova: i ministri? Vanno e vengono

- di Maria Teresa Meli

Ministra Teresa Bellanova, pronta a dimettersi?

«Se non avremo le risposte necessarie, sì. Non è una minaccia ma la più forte dimostrazi­one della nostra serietà. In gioco c’è qualcosa di ben altro e più importante di carriere politiche e poltrone: i ministri possono andare e venire, il rilancio del Paese invece o si costruisce adesso oppure rischia di andare in malora per sempre. Mentre i debiti che contraiamo rimangono ai nostri figli e ai nostri nipoti».

Contestate 61 punti della bozza del governo, riuscirete mai a trovare un accordo?

«Sono abituata a tavoli di crisi da cui non mi sono mai alzata senza aver speso tutte le energie per trovare non un accordo qualunque ma il migliore possibile. Non vedo perché dovrei venire meno a questa regola quando la posta in gioco è il destino del Paese e il futuro delle nuove generazion­i. Per questo tanta determinaz­ione. La sensazione sgradevole è che proprio questa posta in gioco non sia così evidente per tutti».

Metto tutte le energie per trovare un accordo Ma ho la sensazione che la posta in gioco non sia evidente per tutti

Sulla delega ai Servizi c’è un tema di opportunit­à Sottrarsi alla polemica farebbe il bene di Conte

Il vostro è un programma di governo e un «ciao» a Conte?

Ai 5 Stelle noi non poniamo veti ma questioni politiche Spetta al capo del governo trovare la sintesi

«Un programma di governo è quanto una maggioranz­a che ha l’ambizione di avere vita lunga e autorevole­zza è obbligata a darsi per non vivacchiar­e sull’emergenza. Era l’obiettivo della verifica richiesta mesi fa. Noi vogliamo concorrere a risolvere i problemi piuttosto che crearne di nuovi. Non lavoriamo per la crisi ma per le soluzioni. Con un sorriso le dico che su quel “ciao” tanti hanno pensato a quando ci si lascia, nessuno a quando invece ci si incontra».

Avete tirato fuori argomenti che sono dei calci negli stinchi ai 5 Stelle...

«Dice? Piuttosto nodi politici che deve sciogliere chi è il primo garante della mediazione e della sintesi politica all’interno della maggioranz­a: il presidente del Consiglio. Che l’Alta velocità è un calcio negli stinchi lo dica a un cittadino meridional­e, quando per andare da Lecce a Roma ci si impiega esattament­e il doppio che da Roma a Milano, con una distanza uguale. O a chi si è visto annullare i ricoveri programmat­i perché l’emergenza Covid rischia di mettere in ombra tutto il resto, persone con patologie serissime, ugualmente a rischio. Lo dica a quelle nuove generazion­i che sono parcheggia­te mentre aspettano di entrare in corsia, e sì che ne avremmo enorme bisogno. O a chi è convinto dello iato enorme tra una giustizia efficiente ed efficace e il giustizial­ismo manettaro. Sono nodi che già stanno venendo al pettine, cappi al collo del Paese. Al punto in cui siamo, incalzare perché siano finalmente affrontati lo ritengo un atto di una straordina­ria saggezza politica».

Sulla delega ai Servizi state provocando Conte?

«Dovrebbe essere interesse di Conte individuar­e una persona di stretta fiducia cui delegare l’autorità ai Servizi. Nessuno contesta la sua autorità, indicata per legge, sulle decisioni strategich­e e decisive per l’interesse nazionale, mentre è altrettant­o evidente la difficoltà a seguirle con la dovuta attenzione quotidiana. C’è un tema di opportunit­à: non a caso l’autorità è sempre stata delegata tranne sparute eccezioni, tutte per una validissim­a giustifica­zione. Sottrarsi alla polemica, su un terreno così delicato, farebbe il bene di Conte e del Paese; già parlarne è una minaccia alla sicurezza nazionale. Non capisco le ragioni di tanta ostinazion­e e vorrei che qualcuno me le spiegasse. Senza dover dar credito a ricostruzi­oni preoccupan­ti».

Conte non sembra tener conto dei vostri ultimatum...

«E sbaglia. Non sono ultimatum ma questioni che poniamo all’intera maggioranz­a, a tutte le forze politiche, al Paese. Consiglio più rispetto per la dignità della funzione politica che ognuno di noi incarna».

Il gruppo di Italia viva al Senato sta scoppiando?

«Non mi pare proprio. Lunedì sera, alla riunione del gruppo, quando Matteo è entrato in sala, è stato accolto con l’applauso di tutti. Faccia un po’ lei».

 ??  ?? Renziana Teresa Bellanova, 62 anni, ministro per le Politiche agricole, siede nel governo con la collega Elena Bonetti in rappresent­anza di Italia viva, la formazione politica di Matteo Renzi che è impegnata nel duro confronto sul Recovery
Renziana Teresa Bellanova, 62 anni, ministro per le Politiche agricole, siede nel governo con la collega Elena Bonetti in rappresent­anza di Italia viva, la formazione politica di Matteo Renzi che è impegnata nel duro confronto sul Recovery

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