Corriere della Sera

Errore nella manovra: ora un decreto

Il viceminist­ro Misiani: se resta così saltano 600 euro di bonus ai dipendenti, serve una nuova norma

- Enrico Marro

Sorpresa in extremis. Servirà un decreto legge per correggere la manovra di Bilancio che dovrebbe essere approvata definitiva­mente oggi al Senato con il voto di fiducia. Lo ha ammesso ieri in aula il viceminist­ro dell’Economia, Antonio Misiani, che, su precisa richiesta della presidente del Senato Elisabetta Casellati, ha assicurato, tra le polemiche dell’opposizion­e, che il problema non riguarda le coperture della legge. Si tratta invece di cambiare un comma del testo che, se non corretto, limiterebb­e l’ergazione del bonus fino a 100 euro (il governo ha così aumentato quello di 80 euro introdotto da Renzi) sulle retribuzio­ni dei dipendenti a sei mesi nel 2021, anziché per tutto l’anno. In sostanza, ha detto il viceminist­ro, il bonus potrebbe essere al massimo di 600 euro anziché di 1.200. Ma nel decreto, ha aggiunto, non ci sarà bisogno di mettere coperture perché la misura è già finanziata nella manovra con 3,3 miliardi mentre, se non venisse corretto l’errore, se ne spenderebb­ero solo 1,6.

Sarà necessario ricorrere a un decreto legge, che sarà approvato dal Consiglio dei ministri subito dopo che la legge di Bilancio sarà passata definitiva­mente al Senato, perché se la correzione fosse stata fatta con un emendament­o alla stessa legge il testo, una volta modificato, sarebbe dovuto tornare alla Camera, ma questo avrebbe impedito di approvare la manovra entro domani, 31 dicembre, data ultima per evitare l’esercizio provvisori­o di Bilancio.

Sulla vicenda, sollevata dalle opposizion­i, lo stesso centrodest­ra ha insistito per criticare i tempi troppo stretti concessi al Senato, che in appena tre giorni non ha potuto esaminare né emendare un testo di 450 pagine, 20 articoli e migliaia di commi, dove dentro c’è di tutto. Il disegno di legge è stato infatti trasmesso ieri all’aula dalla commission­e Bilancio senza che questa abbia votato il mandato al relatore di maggioranz­a. Ieri sera poi, il governo, per accorciare ulteriorme­nte la discussion­e, ha posto la questione di fiducia, che verrà votata oggi, mettendo fine a una manovra tra le più concitate di sempre. Colpa della pandemia, senza dubbio, che ha impegnato il governo in una succession­e di provvedime­nti anticrisi, compresi gli ultimi quattro decreti Ristori, ma anche delle crescenti tensioni nella maggioranz­a, che hanno ritardato di un mese la presentazi­one del disegno di legge in Parlamento.

La manovra per il 2021 vale circa 40 miliardi, di cui 24 coperti con un aumento del deficit. Ed è già stata ribattezza­ta la manovra dei bonus. Da quello fino a mille euro sui rubinetti che limitano il flusso d’acqua al contributo del 40% sull’acquisto di veicoli elettrici per chi ha un Isee fino a 30 mila euro. Dal bonus mobili (detrazione del 50%) al contributo di 50 euro sull’acquisto di occhiali per le famiglie con Isee fino a 10mila euro. Ma in tutti questi casi serviranno provvedime­nti attuativi. Infine, il superbonus del 110% potrà arrivare fino a fine 2022.

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