IL PRINCIPE CARLO E LA « RIVINCITA ECOLOGICA»
Quando la scrittrice Margaret Atwood, per uno speciale natalizio, ha preso le redini del Today programme, seguitissima trasmissione radiofonica della Bbc, ha chiesto che le fossero procurate due interviste, una con Greta Thunberg, l’altra con il principe del Galles. Due pionieri dell’ambiente, che per Atwood sono sullo stesso piano.
Se Thunberg ha sensibilizzato i giovani aiutandoli a trovare la propria voce, Carlo è stato un profeta che con decenni di anticipo ha capito e fatto sue tematiche fondamentali come la dannosità della plastica e l’importanza dell’agricoltura biologica. All’inizio nessuno gli ha creduto, ha ricordato l’autrice di romanzi come «Il racconto dell’ancella». Una realtà che l’erede al trono non ha pienamente metabolizzato, se con enfasi ha risposto «se posso permettermi, mi hanno preso per pazzo». Il suo «grande obiettivo», ha precisato Carlo, è «rilanciare l’equilibrio» tra il genere umano e l’ambiente. «La natura ci sostiene, siamo parte della natura, siamo la natura», ha spiegato. «Ci è stato fatto il lavaggio del cervello, al punto che crediamo che la natura vada sfruttata», mentre va capita e rispettata. «Credo che adesso la gente si renda conto della catastrofe alla quale andiamo incontro se non cambiamo rotta».
Se 20 anni fa i prodotti del Duchy of Cornwall, terre che il principe ha amorevolmente gestito e curato, erano la sola linea biologica nei supermercati britannici, oggi fanno parte di un mercato ricco e articolato. Lo scorso gennaio, al forum di Davos, Carlo ha lanciato un’iniziativa globale per mercati sostenibili: per pazzo all’estero non lo prende più nessuno. È degno di nota, invece, che in patria sia servita una scrittrice canadese per permettere al principe di parlare al grande pubblico di ciò che gli sta a cuore, temi seri e importanti lontani anni luce dall’immagine che di lui hanno dato negli anni i tabloid nonché lo sceneggiato «The Crown».