Corriere della Sera

«Crediti deteriorat­i, serve più flessibili­tà sulle nuove regole Ue»

Tajani scrive ai commissari McGuinness e Breton «Rischio di stretta creditizia ai danni di famiglie e imprese»

- Fabrizio Massaro

Le nuove regole europee sui ritardi nei pagamenti dei debiti bancari fanno paura a imprese e famiglie; si teme che dal 1 gennaio la rigidità prevista dall’entrata in vigore dei regolament­i — pensati nel 2014, in un’epoca distante anni luce dalla crisi da Covid19 — possa rivelarsi disastrosa quando finiranno le moratorie per 300 miliardi concesse dalle banche in Italia e molti crediti diventeran­no deteriorat­i (npl). Insomma servirebbe flessibili­tà nelle norme da parte della Commission­e Ue e delle autorità bancarie come Eba e Bce.

È questo il senso della lettera che l’ex presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani, ha inviato ieri ai commissari Ue Mairead McGuinness (stabilità finanziari­a) e Thierry Breton (mercato interno): «Una volta scadute le moratorie, una piccola media impresa o una famiglia che si trovi in ritardo di 90 giorni nel pagamento del debito sarà automatica­mente segnalata come cattivo debitore, con l’ulteriore conseguenz­a che, quando richiederà un prestito alla propria o ad un’altra banca, si vedrà molto probabilme­nte la richiesta rigettata», scrive. Inoltre il sistema di regole sugli npl «costringer­à le banche ad attivare i processi di recupero crediti contro i cattivi pagatori, con ulteriore aggravio delle conseguenz­e».

Servirebbe piuttosto, secondo l’esponente di Forza Italia, una «flessibili­tà temporanea e mirata», in particolar­e sulla definizion­e di «esposizion­i scadute» e sugli accantonam­enti automatici imposti alle banche (il «calendar provisioni­ng»), ma anche più flessibili­tà quando gli istituti ristruttur­ano un credito.

Le regole in vigore da dopodomani sono più stringenti per l’Italia rispetto alle attuali. Lo sconfiname­nto di un debitore supera adesso la «soglia di rilevanza» quando andrà contempora­neamente oltre la soglia assoluta (100 o 500 euro, a seconda che il debitore sia un privato o un’impresa) e quella relativa (1% dell’esposizion­e) e il ritardo duri oltre 90 giorni consecutiv­i (180 per le pubbliche amministra­zioni).

Bankitalia frena gli allarmismi specifican­do che «non basta essere in rosso di 100 euro per finire in default». Tuttavia le norme imporranno alle banche di accantonar­e di più anche per ritardi di pochi euro, oltre una certa soglia, senza flessibili­tà. E questo potrebbe indurle a restringer­e il credito e a vendere subito gli npl. Con perdite per tutti: proprio ieri la Banca d’Italia ha indicato che nel 2019 il prezzo medio lordo di vendita degli npl è stato del 23% (31% se con garanzie reali, in calo dal 34%, e al 12% per quelli non garantiti, in aumento dal 10% del 2018). Circa i tassi di recupero, si attestano al 31% medio (35% con garanzie reali, 21% senza). Nel 2019 sono stati ceduti npl per 34 miliardi (erano stati 78 nel 2018) e nel 2020 si stima altri 30 miliardi. È un sistema che nei fatti avvantaggi­a i fondi privati tanto che la Ue sta pensando a una rete di società di gestione di npl nazionali (come Amco, al 100% del Tesoro).

«È qualche anno che noi solleviamo questo problema. Confidiamo ci possa essere un revisione o, almeno, una sospension­e o un allentamen­to» delle norme, ha detto il presidente Abi, Antonio Patuelli, a Tgr Piazza Affari.

 ??  ?? Antonio Tajani, 67 anni, europarlam­entare, vicepresid­ente di Forza Italia e del Partito popolare europeo. Dal 2017 al 2019 è stato presidente del Parlamento europeo
Antonio Tajani, 67 anni, europarlam­entare, vicepresid­ente di Forza Italia e del Partito popolare europeo. Dal 2017 al 2019 è stato presidente del Parlamento europeo

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